Page 84 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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508 Francesca Fausta Gallo
tante via che sarebbe stata ripresa e approfondita, con una maggiore
consapevolezza ideologica, da uno dei suoi più importanti discepoli, il
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siracusano Claudio Maria Arezzo .
L’attenzione alla lingua siciliana, naturalmente, si affiancava allo
studio e all’insegnamento del latino: finalità didattiche ed erudite ave-
vano, infatti, alcuni scritti contenuti negli Opuscola del 1520 nei quali
l’umanista batavo toccava alcune questioni linguistiche, grammaticali,
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lessicali, filologiche . In questi testi si rivela l’ottimo conoscitore della
lingua latina, lo studioso ma, soprattutto, il maestro, capace di costruire
un rigoroso ragionamento con esemplificazioni illuminanti e con un lin-
guaggio chiaro e comprensibile anche ai discepoli meno esperti.
Un discorso a parte va fatto per l’elucubratio intitolata De numera-
lium ratione, dove Scobar esamina le proprietà, le articolazioni e le
implicazioni dei numerali, comunque formulati, come espressione sim-
bolica dei numeri, cioè di quelle entità che nell’uso comune servono
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per contare, raggruppare, classificare . Pur mostrando una robusta
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conoscenza matematica, riconducibile alla tradizione euclidea , lo Sco-
bar era soprattutto interessato al corretto uso linguistico dei nume-
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rali e, anche in questo caso, il testo aveva un prevalente carattere
didattico.
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Non mancavano, poi, gli scritti di carattere polemico , come gli
Errores Pharaonici non parum multi, puntuale critica delle Institutiones
grammaticae, manuale di morfologia e sintassi latina di Francesco
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Faraone, celebre grammatico messinese , o In callilia carcinomata ele-
71 Su di lui si veda la voce nel Dbi, vol. 4 (1962) a cura di R. Zapperi. Nello Scobar
non è presente, ad esempio, l’atteggiamento polemico nei confronti della lingua toscana
che troveremo nell’Arezzo.
72 In quattuor capita Plinij historici difficillima perspicua expositio; De genitivis passio-
nes significatibus verborum impersonalium; De dictionibus illis quid, quis, que, quod, et
quale, ques usum habeant apud latinos; De littera individua et dividua opusculum.
73 I numeri cardinali indicano una definita quantità di cose (ad esempio “due libri”); gli
ordinali la posizione che persone o cose occupano; i frazionari una o più parti di un intero;
i moltiplicativi quante volte (doppio, triplo, ecc) è stata presa una data quantità; e così via.
74 Sugli studi matematici nella Sicilia della prima età moderna si veda, in generale, R.
Moscheo, I gesuiti e le matematiche nel secolo XVI. Maurolico, Clavio e l’esperienza siciliana,
Società Messinese di Storia Patria, Messina, 1998, che sottolinea la diffusione di una
buona cultura matematica nell’Isola ancor prima dell’istituzione dei collegi gesuitici.
75 Ringrazio il dott. Salvo Pappalardo, già docente di Storia della Fisica dell’Univer-
sità di Catania, per il prezioso apporto alla comprensione di queste pagine degli Opu-
scola.
76 Anche questo un genere ampiamente diffuso nell’Umanesimo e praticato da quasi
tutti gli autori.
77 Su Francesco Faraone, figura di spicco nell’ambiente culturale messinese dopo la
scomparsa del Lascaris si veda la voce nel Dbi, vol. 44 (1994), a cura di M. Ceresa, ma
vedi anche G. Lipari, Per una storia della cultura letteraria a Messina. (Dagli Svevi alla
rivolta antispagnola del 1674-78), «Archivio storico messinese», 33 (1982), pp.65-187.
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Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)