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Fra sistema a domicilio e manifattura accentrata. L’Istituto degli orfani nazzareni...  125


                    fu dovuto ai movimenti migratori dalla campagna o da altre città, in
                    particolare nel settore tessile .
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                       Nella  prima  metà  del  Seicento  si  registrarono  alcuni  cambiamenti
                    all’interno dell’economia urbana. Il primo fu il passaggio da una manifat-
                    tura laniera incentrata sulla produzione di panni e berrette a una com-
                    prendente panni e maglierie. Come in altre realtà europee il consumo e
                    la produzione di articoli a maglia e tessuti misti sostituì quello di panni
                    tradizionali e la maglieria erose ampie fette di mercato, rappresentando
                    una vera innovazione di prodotto . Il secondo cambiamento è l’ascesa del
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                    settore serico . In particolare, il settore dei nastri e delle passamanerie
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                    divenne  una  vera  e  propria  specializzazione  locale:  la  produzione  au-
                    mentò sempre di più dopo la peste secentesca, in corrispondenza del forte
                    boom nell’apertura di «compagnie di cordelle», comprovata anche dalle
                    rilevazioni fiscali effettuate nel 1669 . Si trattò di un fenomeno di ricon-
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                    versione e specializzazione produttiva determinata da diversi fattori, quali
                    l’accresciuta competizione internazionale, la diversificazione produttiva
                    (anche a livello regionale), un cambiamento delle fogge e l’emergere di fe-
                    nomeni di moda a livello europeo .
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                       Maglierie e passamanerie diventarono i punti di forza dell’economia
                    tessile padovana. Dobbiamo sottolineare la grande varietà di questi
                    prodotti. La qualità della lana impiegata poteva andare da fili di scarto
                    ai migliori «fioretti» , includendo anche lavorazioni miste . Il mercato
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                       5  W. Panciera, L' arte matrice: i lanifici della Repubblica di Venezia nei secoli 17. e
                    18., Fondazione Benetton studi ricerche, Treviso, 1996; A. Caracausi, Dentro la bottega.
                    Culture del lavoro in una città d'età moderna, Marsilio, Venezia, 2008, p. 1-265; Id., Mer-
                    canti  e  manifatture  tessili  fra  Padova  e  Venezia.  Reti  di  scambio  e  specializzazioni
                    produttive in età moderna, «Cheiron», 50 (2008), pp. 19-30.
                       6  C. M. Belfanti, The Civilization of Fashion: At the Origins of a Western Social Insti-
                    tution, in «Journal of Social History», 43 (2), 2009, pp. 261-283; Id., Fashion and Inno-
                    vation: The Origins of the Italian Hosiery Industry in the Sixteenth and Seventeenth Cen-
                    turies, «Textile History», 27 (2), 1996, pp. 132-147; Id., Civiltà della moda, Il mulino,
                    Bologna, 2008; A. Caracausi, Fashion, capitalism and ribbon-making in early modern
                    Europe, in T. M. Safley, Labor before the Industrial Revolution: Work, Technology and
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                       7  S. Cavaciocchi (a cura di), La seta in Europa, secc. XIII-XX, Le Monnier, Firenze,
                    1993; C. Poni, La seta in Italia. Una grande industria prima della rivoluzione industriale,
                    Il mulino, Bologna, 2009.
                       8  A. Caracausi, Nastri, nastrini, cordelle. L’industria serica nel Padovano secc. XVII-
                    XIX, Cleup, Padova, 2004, pp. 1-176.
                       9  P. Lanaro (ed.), At the Centre of the Old: Trade and Manufacturing in Venice and the
                    Venetian Mainland (1400-1800), Center for Reformation and Renaissance Studies, To-
                    ronto, 2006.
                       10  Asp, Ul, b. 47, c. 458r, 6 agosto 1520 (berrette fatte con «fioretto fin»). Alessandro
                    e Marco Doimo richiesero espressamente di avere berrette lavorate «di bon sorte et bon
                    fioretto et bon mezzan».
                       11  Asp, Ul, b. 47, c. 458r, 6 agosto 1520.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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