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Fra sistema a domicilio e manifattura accentrata. L’Istituto degli orfani nazzareni... 127
come vedremo, negli orfanotrofi. Donne o ragazze, coadiuvate da una
assistente, erano responsabili del loro funzionamento. Il loro costo era
assai basso. Infine, le cordelle di filesello (seta di scarto) erano confe-
zionate grazie a delle mazzette o ossi (dei piccoli fusi), strumenti che
erano utilizzati anche per la produzione di merletti. Si poneva sopra
un cuscino un numero imprecisato di piccoli fusi e si seguiva un mo-
dello disegnato o si operava secondo il proprio ingegno. Una volta la-
vorate, le cordelle potevano essere poi rifinite attraverso la mangana-
tura o lustratura, per dare più lucidità e colore al manufatto.
Come in molte regioni dell’Europa pre-industriale, l’organizzazione
della produzione si basava sul più classico sistema a domicilio, con
società di mercanti che tenevano le fila delle diverse fasi della lavora-
zione, dall’acquisto della materia prima fino alla vendita del prodotto
su mercati lontani. In particolare, una volta pervenuta nella bottega
del mercante, la lana era consegnata all’esterno in laboratori di piccola
e media grandezza, gestiti da un maestro o da una maestra che teneva
sotto di sé un numero variabile di lavoratori, fra cui bambini e bam-
bine. In certi casi, però, alcuni mercanti sceglievano di accentrare
all’interno delle loro case e botteghe tutte le fasi della produzione, con
anche 50-60 lavoratori impiegati a lavorare a maglia. Anche nel setifi-
cio la forma predominante delle imprese era la compagnia o società di
negozio e il sistema di organizzazione del lavoro si basava sul sistema
a domicilio. Il capitale delle società era assai variabile, da un minimo
di 1.000 ducati fino a un massimo di 35.000, con una media di circa
10.000 ducati . Si tratta di cifre ragguardevoli, soprattutto se si pensa
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che molte compagnie furono stipulate nel periodo successivo alla peste
secentesca. Il capitale proveniva di norma da precedenti attività ed era
costituito da materia prima o manufatti tenuti in magazzino e si arri-
vava anche a finanziamenti societari equiparabili alle accomandite .
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Per quanto riguarda l’organizzazione della produzione, invece, una
volta tornati alla bottega centrale, trama e ordito erano consegnati –
se necessario – per essere tinti. L’operazione era effettuata nella
15 Per i contratti societari e le compagnie analizzate cfr.: Asp, N, b. 4219, c. 17r, 15
febbraio 1627 (compagnia “Fratelli Giupponi”, d. 16.000); b. 1011, 14 marzo 1634 (com-
pagnia “Marco Gosetto” rilevata da Franco Giupponi, d. 20.000); b. 1930, cc. 45r-47v,
24 giugno 1633, (compagnia Pisani-Gardelli, d. 1.000); b. 1015, c. 261r, 2 ottobre 1645
(Ormello-Ciani, d. 10.000 + 2.000); Asp, M, b. 12, c. 180r-v, 11 giugno 1665, (compagnia
“Giupponi & Co.”, ducati 35.000); cc. 184r-186r, 30 giugno 1676 (compagnia Manzoni-
Rinaldi, d. 18.000); b. 66, c. 19r-22v, (compagnia Giupponi-Sala, d. 30.000); b. 83, c.
1r, 1 settembre 1648 (Ormello-Ciani, d. 10.000); c. 167r, 22 agosto 1660 (Giupponi-
Paganello-Golin, d. 25.000 e compagnia Giupponi-Paganello-Rinaldi, d. 35.000 +
11.000 circa di sovracorpo).
16 Sull’accomandita in area veneta, W. Panciera, Fiducia e affari nella società venezi-
ana del Settecento, Cleup, Padova, 2000, p. 27.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)