Page 129 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 48, aprile 2020flip
P. 129

Fra sistema a domicilio e manifattura accentrata. L’Istituto degli orfani nazzareni...  129


                    più un accentramento della manodopera sotto uno stesso tetto e in
                    maniera più o meno coatta. Fino alla seconda metà del Cinquecento,
                    queste  istituzioni  avevano  fornito  manodopera  alle  diverse  botteghe
                    della città . Dalla fine del secolo, invece, e ancor più dal successivo,
                              21
                    la fase era accentrata nelle stesse sale degli istituti, dopo aver acqui-
                    stato gli strumenti del mestiere e aver assoldato i maestri per inse-
                    gnare il lavoro alle ragazze e ai ragazzi.


                    2. Il “Pio luogo degli Orfani Nazzareni”

                       Nella città di Padova l’assistenza ai poveri era gestita in coopera-
                    zione con le autorità laiche, grazie all’apporto di nobili, non nobili e
                    movimenti religiosi. Gran parte delle strutture assistenziali si erano
                    venute a creare nel corso del Quattrocento, all’interno di un periodo di
                    grande fermento. Se la Ca’ Di Dio (il più grande brefotrofio cittadino),
                    l’Ospedale di San Francesco e la Scuola di Carità rappresentavano i
                    punti cardine del sistema, nel corso dei decenni si erano affiancati il
                    Lazzaretto e, sul finire del secolo, il Monte di Pietà . Nel XVI secolo vi
                                                                     22
                    fu un aumento del sentimento di durezza nei confronti dei poveri, a
                    causa di un incremento dei livelli di povertà. All’interno della “Ca’ di
                    Dio”, che dava lavoro, seppur saltuariamente, a oltre seicento persone
                    l’anno e che accoglieva ogni anno anche più di cento nuovi bambini,
                    si iniziò a guardare in termini negativi l’apporto del lavoro e a non
                    assumere più le madri dei trovatelli in qualità di balie.
                       A partire dagli anni trenta del Cinquecento in molte realtà europee
                    si procedette a una razionalizzazione delle risorse date ai poveri, proi-
                    bendo l’accattonaggio e avviando una serie di progetti per rendere au-
                    tosufficiente il numero di persone all’interno delle città. Il lavoro dive-
                    niva così un mezzo necessario per addestrare i mendicanti-bambini e
                    renderli assorbibili, appena possibile, dal sistema economico. A Vene-
                    zia, ad esempio, l’Ospedale dei Mendicanti doveva fare il possibile per
                    dare lavoro a donne e bambini affidati alle sue cure e insegnare loro


                       21  Asp, Ul, b. 50, c. 33r, 2 ottobre 1529, contradittorio fra Melchiorre Trevisan guc-
                    chiarolo che vuole che il Priore della Ca’ di Dio mandi in bottega le sue quattro puelle
                    con cui era accordato.
                       22  I. Pastori Bassetto, L'assistenza a Padova tra Cinque e Seicento, in «Archivio ve-
                    neto», n. 197, a. CXXXV, 2004, s. V, v. CLXII, p. 29-90, p. 36. Per il Veneto: F. Bianchi
                    (a cura di), Custode di mio fratello : associazionismo e volontariato in Veneto dal medioevo
                    a oggi, Marsilio, Venezia, 2010 (in particolare il saggio di W. Panciera, Carità, ospedali
                    e confraternite in età moderna, pp. 135-201); G. Silvano (a cura di), La Scuola della Carità
                    a Padova, Skira, Milano, 2014; Id., A beneficio dei poveri : il Monte di pietà di Padova tra
                    pubblico  e  privato,  1491-1600,  Il  mulino,  Bologna,  2005;  Id.,  Assistenza  e  clinica
                    nell'ospedale S. Francesco a Padova (secoli 17.-19.), Cleup, Padova, 2012.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   124   125   126   127   128   129   130   131   132   133   134