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Fra sistema a domicilio e manifattura accentrata. L’Istituto degli orfani nazzareni...  131


                    per insegnare il mestiere ed educare i ricoverati al lavoro. Nei periodi
                    più difficili erano però stati licenziati per essere poi riassunti .
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                       Fra gli istituti caritativi sorti nel corso del XVI secolo per rispondere
                    al dilagante fenomeno del pauperismo vi era appunto un orfanotrofio,
                    noto con il nome “Pio luogo degli orfani Nazzareni”. Sorto negli anni
                    ’20, ma distrutto nel 1559 da un incendio, fu in seguito riedificato.
                    Stando agli statuti, nell’istituto veniva impartita la dottrina, insegnato
                    un mestiere e – sembrerebbe – a leggere, ma non a scrivere. Le giornate
                    erano scandite da preghiera e lavoro e spesso le due attività coincide-
                    vano. Le ore di risposo erano otto d’inverno e sette d’estate. Il perso-
                    nale che accudiva gli orfani era costituito normalmente da una priora
                    e un priore. Pur retribuiti, si faceva ampio ricorso, per il funziona-
                    mento dell’istituto, agli orfani più grandi e, secondo le risorse disponi-
                    bili, veniva impiegato, come vedremo, un maestro o una maestra per
                    istruire e sovrintendere gli orfanelli nel lavoro. Nei documenti compare
                    spesso la presenza di un gesuita, mentre alcune “madonne” vigilavano
                    sul buon andamento interno. Dal momento che il numero delle putte
                    era molto grande, dopo alcuni anni fu necessario assumere una coa-
                    diutrice della priora .
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                       La  curia  padovana  era  in  prima  linea  nella  gestione  dell’istituto.
                    Almeno inizialmente, presidente del consiglio d’amministrazione era il
                    vescovo pro tempore di Padova e il consiglio era composto «da persone
                    onorate e pie», meglio descritte nel 1606 come quaranta «pietosi mer-
                    canti della città». Ne facevano parte anche tre deputati eletti dal Con-
                    siglio cittadino. Dal 1572 si cercò di limitare l’afflusso di orfani all’ente.
                    La stessa Ca’ di Dio qualche anno dopo deliberò di tenere i piccoli non
                    oltre gli otto anni, che dovevano così passare in carico all’orfanotrofio,
                    il quale non avrebbe ricevuto bambini o bambine al di sopra dei 12 o
                    14 anni. Le bambine in particolare dovevano sostenere l’esame di due
                    «pie gentildonne» che dovevano appurare se fossero state o meno degne
                    d’aiuto . Vi erano anche casi di persone che ritornarono in seguito
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                    all’interno  dell’istituto.  Angela  figlia  di  Paolo  Monaro  e  di  donna
                    Chiara, che era stata nell’orfanotrofio per quattro anni prima di essere
                    stata affidata a domino Bartolomeo Mota da S. Bruson, supplicò di
                    poter tornare nell’ente e, dopo aver accertato il suo essere «putta da
                    ben», fu accolta per «servire» .
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                       26  I. Pastori Bassetto, L'assistenza a Padova cit., pp. 42, 72. Sulla Ca’ di Dio nel
                    Quattrocento: F. Bianchi, La Ca' di Dio di Padova nel Quattrocento : riforma e governo di
                    un ospedale per l'infanzia abbandonata, Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, Vene-
                    zia, 2005.
                       27  I. Pastori Bassetto, L'assistenza a Padova cit., p. 61-62.
                       28  Ead., L'assistenza a Padova cit., p. 63.
                       29  ASP, Osmg, b. 135, c. 40r, 17 ottobre 1632.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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