Page 90 - sfogliabile 49
P. 90

356                                                   Domenico Ventura


                un benessere che da gran tempo quella cultura aveva cessato di dare».
                Anche perché si addossava le spese di trasporto, ovvero anticipava, a
                titolo di caparra, una parte del prezzo» 119 .
                   Il brano che segue è tratto, per l’appunto, dalla citata lettera, nella
                quale, dopo aver tracciato una breve storia del suo stabilimento, il Feo
                auspicava

                il sorgere di stabilimenti cotonieri in Sicilia [che] segnerebbe un vantaggio per
                l’industriale, messo in grado di acquistare più agevolmente e a miglior prezzo
                la materia prima, ed un beneficio per l’agricoltore che, aumentando il prodotto,
                vedrebbe al tempo stesso aumentare i prezzi, non più soggetti ad aggravi non
                indifferenti di spese di trasporto. [Tanto più che] a dare, in Sicilia, sviluppo
                alla  industria  cotoniera,  ne  confortano  gli  auspici  migliori.  I  nostri  campi
                danno una produzione di cotone superiore per qualità a ogni altra; la coltiva-
                zione non è difficoltosa, né richiede spese eccessive; l’utile che si ricava non è
                lieve; la trasformazione in filati ha dato buona prova, a giudicarlo dalle richie-
                ste e dal consumo, e continuerà a darne di sicuro; i vantaggi per l’industriale
                sono certi; quelli per gli operai non ammettono dubbi di sorta.


                6. La “Società Anonima Cotonificio Feo”

                   Sono trascorsi ormai cinque anni da quando, superate difficoltà non lievi,
                Vincenzo Feo seppe dar vita in Catania, prima tra le città dell’isola, a un opi-
                ficio cotonico che risponde a tutte le esigenze dell’industria moderna e rivaleg-
                gia per bontà di prodotti con le migliori fabbriche del nord d’Italia. Trecento-
                cinquanta operai trovano nel suo stabilimento un impiego remunerativo e co-
                stante e non poche famiglie di agricoltori dedicate alla coltivazione del cotone
                nell’isola ricavano dall’improvviso rialzo dei prezzi determinati dalle sue richie-
                ste un benessere che da gran tempo quella cultura aveva cessato di dare. […]
                Oggi la produzione del suo stabilimento non basta più alle aumentate richie-
                ste, e tra poco esso dovrà essere ingrandito di più del doppio. Saranno aggiunti
                a quelli già esistenti altri duecento cavalli di forza, i quali daranno movimento
                a un macchinario dei più perfezionati e completi richiedendo per tal modo un
                aumento di circa quattrocento operai che saranno specialmente destinati alla
                filatura e ritorcitura dei cotoni più fini di produzione indigena.

                   Così il Corriere di Catania, che da anni seguiva le vicende del Coto-
                nificio Feo e precisamente da quel 12 gennaio 1896 quando lo aveva
                additato per primo all’attenzione della città 120 , il 19 settembre 1903
                preannunciava  ulteriori  grandiosi  sviluppi  dello  stabilimento.  Ed  in


                   119  Cotonificio “FEO”, Relazione e bilancio dell’esercizio 1906 cit., p. 10.
                   120  Nonché – concludeva l’articolo – «alle considerazioni del Ministero di Agricoltura
                Industria e Commercio».



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Agosto 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   85   86   87   88   89   90   91   92   93   94   95