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Ruolo e implicazioni della politica annonaria a Lucca in età moderna  623



             Conclusioni

                Le dinamiche locali del mercato annonario hanno rappresentato un
             osservatorio privilegiato da cui valutare tutta l’urgenza politica dell’al-
             lestimento di un’efficiente organizzazione alimentare a difesa della liber-
             tas della Repubblica di Lucca. Come si è cercato di spiegare in queste
             pagine, la costruzione di un sistema in grado di sfamare la popolazione
             locale, monitorare il comportamento degli attori economici sul mercato
             cerealicolo, garantire la quantità e la qualità delle derrate in circola-
             zione e controllarne il prezzo assunse una funzione basilare in vista
             del mantenimento della quiete interna. In tal senso, l’annona si mani-
             festò a Lucca, anzitutto, come uno strumento di controllo sociale, gra-
             zie a cui soddisfare le esigenze fondamentali dei governati, specie dei
             più indigenti, e limitarne il potenziale di rivolta.
                Tale strumento, per tutta l’Età Moderna, agì sullo sfondo di una
             visione organicista e gerarchica della società, all’interno di un patto
             non scritto di collaborazione reciproca tra le parti coinvolte e di sotto-
             missione “tollerabile” dei sudditi nei confronti dell’aristocrazia: i mem-
             bri di quest’ultima, come uomini di governo, erano obbligati a garantire
             viveri a prezzi “giusti” in cambio di obbedienza, allorché i primi erano
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             tenuti a offrire obbedienza in cambio di viveri a prezzi “giusti” . Basan-
             dosi sull’ideale cristiano della carità pubblica, il mercato alimentare
             lucchese fu in sostanza sottoposto ai tradizionali principî dell’“econo-
             mica”, una dottrina che si faceva carico di ogni problema – etico, oltre
             che meramente politico – legato al governo di una qualsiasi unità col-
             lettiva, che di per sé poteva essere una singola famiglia nella sua orga-
                                                                      91
             nizzazione domestica come una qualunque entità statuale .
                Più in particolare, in questa minuscola Repubblica cittadina, tali
             principî si articolarono secondo le logiche di un ecosistema in cui le
             opportunità offerte dal mercato e le possibilità di ricavare un reale pro-
             fitto dalle necessità fondamentali della popolazione venivano general-
             mente sacrificate rispetto ai dettami, abituali e dunque rassicuranti,
             del paternalismo politico e del protezionismo. Ne derivò una linea di
             governo estremamente prudente, per cui le eventuali novità rintraccia-
             bili sul mercato annonario – e, più in generale, a livello produttivo e



                90  Per il concetto di “sfruttamento tollerabile” («exploitation tolérable»), usato per defi-
             nire l’insieme di norme, obblighi e impegni reciproci alla base dei rapporti di dominazione
             governanti-governati nell’ottica dell’economia morale, si rinvia a D. Fassin, Les économies
             morales revisitées, «Annales HSS», a. 64, n. 6 (2009), pp. 1237-1266.
                91  Sui principî dell’economica, ben distinti da quelli dell’economia come pura scienza
             della produzione di ricchezza e legati piuttosto alle accezioni di tipo socio-antropologico
             del termine greco oikonomia, si veda O. Brunner, Vita nobiliare e cultura europea, il
             Mulino, Bologna, 1972, pp. 59-227.


             n.41                         Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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