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626 Matteo Giuli
ceto aristocratico lucchese non riguardarono affatto il suo governo
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annonario, che egli anzi giudicò «à la fois humaine et politique» .
Nonostante le varie difficoltà, contingenti e strutturali, relative alla
loro messa in pratica, questi principî si rivelarono indispensabili per
raggiungere gli obiettivi che il patriziato locale volle (e seppe) prefiggersi
per tutta l’Età Moderna: la conservazione dell’indipendenza repubbli-
cana e la difesa della sua struttura costituzionale, ossia i due capisaldi
stessi del proprio potere. Ne scaturì una politica particolare perché
contestualizzata, molto più propensa a difendere la quiete sociale che
a perseguire un astratto modello di governo compatto e omogeneo,
applicabile cioè su tutto lo Stato; una politica di pragmatica resilienza,
insomma, che in ambito annonario fece della repressione negoziata –
è davvero pertinente usare questo ossimoro – il proprio strumento
governamentale di riferimento.
94 Durante il suo soggiorno a Lucca, Gorani fu testimone del vettovagliamento di
«onze mille personnes ruinées par la grêle», convincendosi del fatto che «ces secours,
donnés à propos, attachent le peuple à ses chefs», ciò che rafforzava l’«harmonie» tra
nobili e sudditi: cfr. G. Gorani, Mémoires secrets et critiques des cours, des gouvernemens
et des mœurs des principaux États de l’Italie, III, Buisson, Paris, 1793, pp. 34-38. Per
una riflessione sulla reale efficacia delle istituzioni annonarie di Antico Regime, si veda
th
R. Barquín, The Demand Elasticity for Wheat in the 14 to 18 Centuries, «Revista de
th
Histo ria Económica - Journal of Iberian and Latin American Economic History», n. 23/2
(2005), pp. 241-267.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017 n.41
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)