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Il tumulto dei tessitori a Como nel 1790                         631



             da ragazze, non adeguatamente formata e pagata a cottimo. Era questa
             la ragione principale per cui la gran parte della produzione comasca si
             riversava, soprattutto in vista delle fiere, sul mercato austriaco, che
             era forte delle scelte protezionistiche e in cui il prezzo della merce era
             inferiore: il mercato lombardo, infatti, non era autosufficiente e non
             garantiva l’assorbimento delle eccedenze, non potendo contare su una
             sostenuta  domanda  interna,  né  competere  con  le  sete  francesi  di
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             migliore fattura, e dovendo puntare  esclusivamente sul costo ridotto .
                La congiuntura favorevole si interruppe bruscamente a partire dal
             1787 quando, per effetto della scarsità del raccolto di seta greggia, il
             prezzo dei manufatti aumentò vertiginosamente facendo calare consi-
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             derevolmente le tradizionali commesse viennesi . A questo punto, il
             tentativo di compensare con un miglioramento qualitativo della produ-
             zione quanto si perdeva per le minori esportazioni non andò a buon
             fine. Le oscillazioni dei mercati, la manodopera indisciplinata 13  e solo
             in parte specializzata, la diserzione dal lavoro di lunedì per smaltire i
             bagordi dell’osteria, resero il clima estremamente teso. In questa situa-
             zione risultava quanto mai irrealistico sperare in un miglioramento
             qualitativo della produzione, che avrebbe richiesto una consapevolezza
             e una preparazione diverse da parte delle maestranze.
                Non  appena  l’amministrazione  centrale  ebbe  l’eco  di  allarmanti
             segnali di crisi, causati proprio dalle mancate commesse che genera-
             rono disoccupazione e malcontento tra i tessitori, chiese immediata-
             mente  un  esame  della  situazione  all’Intendente.  La  risposta  di
             Pellegrini fu inviata poche settimane dopo a Cesare Beccaria, Consi-
             gliere del III Dipartimento di Milano afferente agli affari in industria e
             commercio, cui già da due anni era stata assegnata non occasional-
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             mente la cura della delicata situazione comasca . Il problema riguar-


                11  Attraverso le fiere di Francoforte e Lipsia, oltre metà dell’esportazione si dirigeva
             in Polonia, Russia e Germania. L’orientamento dell’esportazione si deduce da una stati-
             stica annuale del perito per il 1794; sugli 868 telai in uso, solo 74 battevano stoffe desti-
             nate allo Stato di Milano, 426 destinate all’Impero, 17 ai Paesi Bassi Austriaci, 232 al
             mercato di Francoforte, 56 a quello di Lipsia, 20 a quello di Augusta e infine 43 alla
             Moscovia. B. Caizzi, Storia del setificio cit., p. 32.
                12  A questo proposito, utili dati di un quadro complessivo del commercio di seta greg-
             gia alla fine del XVIII secolo si ricavano dalle tabelle sinottiche che sono fornite da F.
             Battistini, La produzione e il commercio di seta greggia in Italia alla fine del XVIII secolo,
             «Società e storia» 78, 1977, pp. 889-907.
                13  Sempre più urgente fu sentita la necessità di ricorrere a nuovi regolamenti che
             normalizzassero il lavoro e i rapporti fra gli operai, i capifabbrica, i proprietari e i mer-
             canti. B. Caizzi, Storia del setificio cit., pp. 24 e 26.
                14  Beccaria, per conoscere la situazione economica della regione lariana, prese con-
             tatti con l’oratore di Como a Milano, Giambattista Caimi in occasione della visita di Giu-
             seppe II in Lombardia. Asmi, Commercio, p.a., c. 237, fasc. 1 e C. Beccaria, Atti di
             governo. Serie 3. 1784-1786, cit., VIII, pp. 476-482, 853, 870, 971.


             n.41                         Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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