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              Il quadro illustrato da Beccaria era particolarmente desolante. Tut-
           tavia il governo, ben conoscendo le condizioni dei mercati e sapendo che
           avrebbe potuto collocare con profitto il prodotto del setificio comasco,
           decise, nella seduta del 3 dicembre, di concedere due sovvenzioni: una
           a incremento della filatura di lino di ventimila lire in moneta di rame da
           restituire in tre anni senza interesse, l’altra di trentamila lire, pure in
           moneta di rame, alla Congregazione municipale di Como per l’acquisto
           di scorte di seta greggia «per dare alimento […] al lavoro de’filatoi», con
           l’interesse dell’uno e mezzo per cento «da restituirsi entro la fine del-
           l’anno in monete nobili». Restava sospesa la decisione in merito ai lavori
           della palude del prato Pasquè per i quali il regio imperiale Consiglio si
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           riservava di deliberare, dopo aver consultato il perito Giuseppe Fé .
              Nei mesi successivi, Pellegrini tornò più volte, nelle sue relazioni a
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           Beccaria, a insistere sulla inderogabilità dei lavori di bonifica . L’in-
           cremento della filatura di lino, eccezionalmente introdotta, non risol-
           veva, infatti, la disoccupazione di molti altri addetti al setificio, fra tutti
           i più numerosi, i tessitori. Dovevano al più presto iniziare i lavori pub-
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           blici, il cui finanziamento restava difficoltoso . Alla fine i lavori ini-
           ziarono e impegnarono fra il gennaio e l’aprile del 1788 fino a 246
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           uomini . Comunque erano misure di emergenza: finito il denaro, la
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           richiesta di nuovi aiuti cadde nel vuoto ; i migliori raccolti di seta del


              32  Tra le richieste minori quella di concedere un luogo per «ammaestrare per qualche
           tempo le donne e gli uomini nel filare e tessere» fu concessa per tre mesi nel circondario
           di Sant’Orsola e San Lorenzo. Difficoltà rimanevano, invece, per le scuole giacché le
           donne «che hanno trovato modo di provvedere alle proprie necessità svolgendo altri
           lavori, dichiarano di non potersi allontanare dalle case, dove devono accudire ai figli». C.
           Beccaria, Opere cit., X, pp. 26-27, 84 e 862-864. Asmi, Atti di governo, Censo, p.a., c.
           988 e Asco, Asc, Carte Sciolte, c. 2, fasc. 56. Le 20000 lire non furono poi mai rifuse.
              33  «Vostra Eccellenza», si legge in una lettera, «voglia degnarci di concederci la grazia
           di poter lavorare», e ancora: «se oggi [la turba dei tessitori] riceve da me consigli di quiete
           e moderazione non so se a corpo vuoto». Asmi, Commercio, p.m., c. 377.
              34  Lo dimostrava la richiesta di utilizzare i capitali che il contado di Como (già aggre-
           gato alla città) aveva depositato al Monte di Santa Teresa. Anche questo tentativo non
           riuscì, poiché il deposito, come rispose Pellegrini, era vincolato all’estinzione di un vec-
           chio debito relativo alle Fazioni militari. C. Beccaria, Opere, X cit., Consulta del 28 gen-
           naio 1788, p. 63.
              35  Come una litania ripresero poi le richieste dalla Congregazione municipale per
           ottenere un nuovo finanziamento dal governo, giacché il denaro doveva essere utilizzato
           al momento per provvedere a numerose spese urgenti: strade, cimiteri, la macchina
           idraulica. Il piano per l’estinzione degli incendi era nelle competenze dell’Intendenza, su
           di esso, Asco, Asc, Volumi, 593, c. 145-146, ivi, Asc, Carte Sciolte, c. 185, fasc. 11, ivi,
           Prefettura, c. 353 e G. Rovelli, Storia cit., p. 140.
              36  La richiesta di nuovi sovvenzioni non fu accolta da Beccaria, il quale ricordò le
           condizioni di privilegio del Comasco rispetto alle altre province che, ugualmente colpite
           dalla crisi serica, non avevano beneficiato di simili prestiti di denaro. Il Governo aveva
           fatto il possibile, ora spettava a Como «supplirvi ove manchi qualche cosa». Ormai il rac-




           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017    n.41
           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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