Page 176 - 2
P. 176

644                                               Alessandra Mita Ferraro



           informato e, con molto buon senso, sostenne la necessità di prendere tutte
                                                                             58
           le precauzioni perché i tessitori rimanessero impegnati nel loro lavoro .
           Secondo il resoconto dei fatti, Pellegrini, che pur ben conosceva le condi-
           zioni dei lavoratori, fu profondamente colpito dall’avvertimento ricevuto:
           riconvocò i principali manifatturieri che, comparendo davanti a lui, con-
           fermarono la difficile situazione e ribadirono la loro disponibilità a infor-
                                                                    59
           marlo immediatamente se qualcosa di nuovo fosse avvenuto .
              Intanto, il 26 luglio, si tenne una sessione governativa in risposta
           alle richieste di sovvenzioni presentate dal Pellegrini, contro le quali si
           schierarono due consiglieri entrambi milanesi, Beccaria e Marsilio Lan-
           driani, adducendo che avrebbero alterato la libera concorrenza tra i
           produttori di tutta la Lombardia a vantaggio dei Comaschi. Inoltre Lan-
           driani, che aveva compiuto poco prima una visita a Como, sosteneva
           che nessuno dei fabbricanti che aveva consultato aveva risentito di un
                                     60
           calo della domanda serica . Evidentemente non era chiara la gravità
           della situazione, che precipitò la mattina del giorno stesso, quando i
           tessitori misero in atto i disordini che avevano minacciato. Ecco il
           primo resoconto di Pellegrini scritto a caldo, la stessa sera:

              Questa mattina verso le dieci varj tessitori con molti armati di bastone,
           entrarono in città, ed unitisi in numero quasi di 500 nella piazzetta dietro il
           Duomo, si incamminarono tumultuosamente a tamburo battente e suonando
           un corno per queste contrade diffondendo, da per tutto, terrore e spavento.
           Una forzata escussione di denaro fu l’oggetto del sedizioso apparato. Invasero
           violentemente alcune case de’negozianti e li sottomisero ad un’arbitraria con-
           tribuzione; estendendosi poscia indistintamente alle case de’cittadini cavalieri,
           che in pari maniera hanno sforzato, commettendo varie insolenze, ove pene-
           trando nelle cantine a bevere vino ed a disperderlo, ove atterrando mobili, sfor-
           zando pusterle ed ove anche minacciando stragge, e promettendo a tutti i
           cittadini ed a molte botteghe d’onde passavano un’eguale trattamento .
                                                                        61
              Nel caos generale l’Intendente promise, con un’espressione però
           quanto mai generica, di dare «opportuna provvidenza». Ma non fu suf-
           ficiente; così, con la mediazione di un tessitore «anziano di S. Agostino»,
           chiese di parlare con una delegazione dei tessitori perché fossero pro-
           prio loro a esporgli le richieste. L’anziano tornò con alcuni rappresen-
           tanti e tutti furono rassicurati: sarebbero stati aiutati ma avrebbero
           dovuto far ritorno pacificamente alle loro case. Nel frattempo fu subito
           avvertito della grave situazione il Ministro plenipotenziario. Assunsero
           il controllo della tesa situazione due decurioni, Giorgio Porro Carcano



              58  Asco, Protocollo, n. 2, 25 luglio.
              59  Ivi, n. 3.
              60  Asmi, Uffici regi, p.a., c. 318.
              61  Asco, Protocollo, n. 4, 26 luglio.



           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017    n.41
           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   171   172   173   174   175   176   177   178   179   180   181