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              Questa mattina un corpo di Tessitori armati di schioppi, pistole e di arme
           da taglio, seguiti da molti altri vennero con una marcia come un ordine militare
           per la strada Regia de’borghi di San Rocco, direttamente a presentarsi a Porta
           Torre, che era chiusa e sbarrata, e ivi, uno de’Tessitori più avanzati sbarrò lo
           schioppo verso quelli, che stavano sulle mura della città in osservazione.

              A questo punto i tessitori minacciarono di voler forzare la porta. La
           situazione era già al culmine della tensione e sembrava ormai immi-
           nente il primo sparo; i cittadini erano terrorizzati e trepidanti, quando
           si suonarono, in città, le campane a martello. I tessitori rivoltosi ini-
           ziarono a scappare sulle montagne adiacenti dietro Santa Croce, spa-
           rando qualche colpo di schioppo. Nel frattempo i cittadini,

           […] al sentire funesto strepito delle campane, credendo presa la città da ribelli,
           si fuggì fra le grida e le lagrime nelle case per ricercare ne’nascondigli qualche
           asilo. Chi sbarrò le porte e le finestre, chi occultò le cose più preziose e chi si
           dispose a respingere l’attacco, che già loro pareva di sentire vicino. Alcuni però
           de’ più animosi sortirono dalle case, e prese le armi, si unirono in corpi cor-
           rendo verso il sito più minacciato per sostenere l’impeto de’ tumultuanti che
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           già si credevano entrati in città .

           La Milizia urbana. La gestione dell’emergenza

              La situazione sembrava oramai fuori da ogni controllo e, come già
           accennato sopra, la mancanza di una Milizia civica, pensata per il man-
           tenimento dell’ordine pubblico, consegnò la città nelle mani di volen-
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           terosi, quanto inesperti difensori . L’Intendente improvvisò una Milizia
           urbana distribuendo armi ai cittadini e invitando le comunità forensi
           a individuare i propri uomini d’arme. In quel momento a Como erano
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           stanziati solo ventidue soldati al comando di un ufficiale . I novantotto
           volontari, il cui coordinamento spettava all’Intendente, furono asse-
           gnati alla custodia delle porte e all’organizzazione delle ronde not-
           turne .  Gestita  l’emergenza,  il  comando  che  spettava  a  Pellegrini
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           passò, di fatto, al maggiore conte Bossi, l’ufficiale capo del distacca-
           mento militare. Gli attriti fra l’autorità politica e quella militare non si
           fecero attendere soprattutto per il timore di Pellegrini che i militari,



              66  Asco, Protocollo, n. 13, 28 luglio.
              67  Ibidem. Sul ruolo svolto a Como da addetti alla difesa, utili indicazioni in L. Anto-
           nielli, Il controllo cit., passim; relativamente alla Milizia civica di Milano, E. Dalla Rosa,
           Le milizie del Seicento nello Stato di Milano, Vita e pensiero, Milano, 1991. Sulle Milizie
           urbane si veda dopo nota 94.
              68  Asco, Prefettura, c. 355, fasc. 20.
              69  In effetti, il tumulto si caratterizzò nei termini di una lotta tra residenti della città
           murata (patrizi e cittadini più facoltosi) e gli abitanti dei borghi più prossimi alla città (i
           tessitori disoccupati) Asco, Protocolli, nn. 12-13, 28 luglio.



           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017    n.41
           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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