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658 Stefano Levati
riendo, vel panem, blada, oleum et similia in officinis venditando vi-
tam ducunt» .
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Per quanto ai primi del seicento dovesse essere certamente pre-
sente nelle osterie cittadine un buon numero di operatori provenienti
dalla val di Blenio, credo tuttavia che l’abitudine di indicare con il
termine «brugnon» gli operatori del commercio vinario invalsa nel lin-
guaggio comune non intendesse identificare così nello specifico l’ori-
gine degli osti, ma più genericamente un territorio che aveva le sue
propaggini estreme nelle valli ticinesi e che doveva comprendere an-
che tutta l’area dell’alto verbano, area fortemente caratterizzata sia
dalla coltura della vite sia da consolidate relazioni commerciali con
Milano, che non si sarebbero interrotte neppure dopo l’assegnazione
delle terre della sponda occidentale al Regno di Sardegna in conse-
guenza del trattato di Worms nel 1735. La valenza fortemente nega-
tiva attribuita al termine “brugnon”, equivalente a rozzo e monta-
naro, doveva per forza di cose essere enfatizzata ed in qualche modo
accentuata da un’origine valligiana la più remota possibile.
Certo è che la ben più ricca documentazione settecentesca e otto-
centesca, quando d’altro canto il termine «brugnon» venne registrato
dai primi vocabolari meneghini, mostra un quadro delle provenienze
più composito in cui a fare la parte del leone sono soprattutto gli
operatori dell’alto lago Maggiore, ed in particolar modo i brissaghesi,
che come vedremo fondarono delle vere e proprie dinastie imprendi-
toriali, attive prima nell’ambito della ristorazione e poi in quello al-
berghiero. In una lettera del 10 giugno 1770, discutendo dell’ipotesi
di una ventilata riduzione del numero delle osterie ambrosiane, Pie-
tro Verri sottolineava come, a fronte del «pubblico vantaggio» che
avrebbe potuto procurare alla città, ciò sarebbe certamente andato
«a scapito di quei sudditi di Sua Maestà Sarda che per la maggior
parte formano l’Università degli osti di questa città» , con una pre-
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senza che sembra in realtà permeare tutta la filiera commerciale sia
a monte sia a valle.
Tra i 21 negozianti all’ingrosso che negli anni settanta firmarono
a nome dell’Università dei mercanti di vino un atto di procura per
dirimere una causa relativa al transito sulla strada commerciale che
da Pecetto Alessandrino conduceva alla piarda sul Po, almeno una
decina erano originari dell’alto verbano occidentale: Gaetano Taccioli
di Ghiffa, Domenico Zappellino e Tomaso Cerutti di Ronco, Giuseppe
35 Il passo è riportato in F. Braghetta, Le «Tre Valli Svizzere» nelle visite pastorali del
cardinale Federico Borromeo (1595-1631), Editions Universitaires, Fribourg 1977 p. 216.
36 Asmi, finanza, p.a., cart. 1116.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)