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Il mestiere dell’oste tra migrazione e radicamento 661
giore), dove era ubicato uno dei porti cittadini e dove potevano trovare
protezione nei marchesi Morigia, ivi residenti, che della Degania erano
feudatari . I più intraprendenti tra quegli uomini o i più dotati di risorse
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finanziarie seppero però ben presto mettere a frutto le proprie cono-
scenze e capacita per dare avvio ad attività commerciali capaci di sod-
disfare tanto la patria d’origine che quella d’accoglienza.
Estremamente significativa è la vicenda di Domenico Taccioli, ca-
postipite di una famiglia di mercanti che nel corso dell’ottocento sa-
rebbe assurta ai vertici dell’élite dei negozianti di banco e seta della
capitale. Sul finire del XVII secolo egli risultava analfabeta, indizio di
un avvio recente dell’attività commerciale di «mercatore vini et alio-
rum vulgo al Laghetto» . Nel 1716, all’atto della divisione del suo
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patrimonio tra gli eredi lasciava a costoro, oltre al negozio di vino in
Milano, anche una “sciostra”, ossia magazzino, con utensili per il
vino e per l’aceto in Ghiffa. Proprio sull’asse Milano-Ghiffa continuò
a svilupparsi l’attività della famiglia, ampliandosi anche ad altre
merci. Risale agli anni trenta una dichiarazione congiunta di Fran-
cesco, residente a Milano, e del fratello Giuseppe, attivo sui mercati
di Intra e Pallanza in qualità di mercante di grano, con la quale si
liberavano consensualmente «da qualonque pretensione possano
avere le suddette parti d’ogi [sic] retro per causa di servitù e assi-
stenza prestata dal fratello Giuseppe in favore del suddetto France-
sco sì in andare a comprarli vini, carbone, legna per i suoi negozi che
di qualonque altra cosa annessa e connessa alle medesime, come
anche per qualonque società possa seguita» . L’attiva presenza di
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Francesco e la riuscita delle sue iniziative imprenditoriali attrassero
dal lago nuovi capitali e soprattutto nuovi operatori, che andarono
ad affiancare i Taccioli nelle loro attività. Dal 1724 al 1729 Francesco
diresse insieme al suocero Domenico Mozzanino una «Società o Com-
pagnia del mercimonio del vino tanto di barca come della cantina di
strada» , mentre tra 1726 e 1732 costituì un’altra «societas vini» con
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Gaetano Pedrone .
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46 G. Cavigioli, Ghiffa. Scampoli di storia e di cronaca, Alfieri e Lacroix, Milano s.d.
47 Asmi, fondo notarile, G.B. Porro, cart. 32696, 22 agosto 1704, confessio. Sulla
fortunata ascesa della famiglia Taccioli rinvio al mio Da «tencin» a banchieri. I Taccioli:
l'ascesa economica e sociale di una famiglia di negozianti tra Ghiffa e Milano, Banca Po-
polare di Intra, Intra 1992.
48 Asmi, Archivio Litta Modignani, titolo XXIII, Fondo Taccioli, cart. 1, fasc. 7, 13 feb-
braio 1754, scrittura autenticata dal notaio P.F. Campagnani di convenzione tra i fratelli
Giuseppe e Francesco Taccioli quondam Giovanni Battista e vicendevole liberazione.
49 Asmi, fondo notarile, Giuseppe Campagnoni, cart. 40167, 8 gennaio 1732.
50 Ivi, Pietro Francesco Campagnani, cart. 43318, 20 settembre 1740.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)