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666 Stefano Levati
di Ambrogio Ghisi, uno status che mal si adattava all’esercizio di una
qualsiasi attività commerciale . Infatti in un precedente atto, del 5
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dicembre 1700, Matteo si impegnava a prestare due giornate da
“maestro da muro” in pagamento del residuo prezzo di acquisto di
una “selva”, chiarendoci la fonte dei suoi guadagni . L’attività com-
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merciale dovette prendere avvio soltanto nel 1765, quando Matteo
Baccalà, nipote ed omonimo del precedente, venne accolto in qualità
di socio gerente nella osteria del Bissone, dove con ogni probabilità
lavorava già da qualche tempo («nella medema maniera che lavora
presentemente»), dai due soci capitalisti, i brissaghesi Giovanni An-
tonio Rossi e Carlo Giuseppe Beretta .
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L’osteria del Bissone, ubicata al numero 5 di piazza Fontana, in
un’area nevralgica del commercio ambrosiano, tra il porto del La-
ghetto, il mercato del Verzee e la piazza del Duomo, doveva essere già
da qualche tempo gestita dai due compaesani che, forse in là con gli
anni, decisero di ridimensionare la fatica legata alle incombenze quo-
tidiane dell’esercizio per “limitarsi” al finanziamento dello stesso. Do-
vendo trovare un socio di fiducia nelle cui mani affidare l’impresa, la
scelta si diresse quasi naturalmente su un giovane compaesano che
entrambi dovevano conoscere molto bene . Allorché dopo un paio di
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rinnovi societari il Rossi decise di abbandonare l’impresa, a partire
dal 1773-74 Matteo Baccalà affiancò il Beretta in qualità di capitali-
sta, mentre la gestione passò in parte a un nuovo socio, Gaspero
Martinetti, anch’egli nativo di Brissago . La medesima logica parte-
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cipativa - volta a coinvolgere nell’attività imprenditoriale persone di
fiducia e che aveva determinato l’ingresso di Baccalà nella gestione
dell’osteria del Bissone - venne dunque negli anni a seguire utilizzata
dallo stesso Matteo, che chiamò a partecipare alle proprie nuove im-
prese, sempre in Milano, altri compaesani, più di chiunque altro in
grado di garantirgli la fiducia necessaria a intraprendere una qual-
siasi attività commerciale .
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Il 1° gennaio 1785 egli avviò la gestione di una nuova osteria,
quella di san Carlino in Porta Vercellina, con il brissaghese Galeazzo
66 Asti, fondo Angelo Branca, scatola 3, doc. n. 258, 15 marzo 1706.
67 Ivi, scatola 3, doc. n. 257, 5 dicembre 1700.
68 Ivi, scatola 7, doc. 839.
69 Non risulta, come invece afferma Chiara Orelli, che Matteo Baccalà possedesse
una quota di capitale nella società già nel 1765, limitandosi per il momento alla sola
gestione del locale. Cfr. C. Orelli, I migranti nelle città d’Italia cit., p. 258.
70 Asti, fondo Angelo Branca, doc. n. 841-842.
71 Cfr. W. Panciera, Fiducia e affari nella società veneziana del Settecento, Cleup,
Padova, 2000.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)