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668 Stefano Levati
edificio situato in piazza del Cordusio e trasformato in osteria sotto
il nome dell’Aquila, a cui si aggiunse nel 1801 l’adiacente casa Diotti,
che ospitava una panetteria e una stamperia . Tuttavia la parabola
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imprenditoriale dei Baccalà si sarebbe ulteriormente arricchita negli
anni successivi di un’altra interessante iniziativa, che mostra chia-
ramente la capacità della famiglia di cogliere e soddisfare le necessità
emergenti nella società europea dell’ottocento, sempre più mobile e
sempre più esigente in fatto di ospitalità. A Giacomo e Matteo Bac-
calà dobbiamo infatti l’avvio di uno dei primi esercizi alberghieri in
senso moderno della città, destinati ad avere grande successo nel
corso del secolo, allorché il settore registrò a Milano una notevole
crescita . Nel 1812, infatti, i Baccalà presero in affitto dall’architetto
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Luigi Cagnola l’albergo Reale e un altro edificio che avrebbero tra-
sformato nell’albergo dei Tre Innocenti.
Anche in questo caso i Baccalà si avvalsero per la gestione delle
due strutture della collaborazione di parenti e compaesani nei quali
potevano riporre completa fiducia. Il rinomato albergo Reale venne
infatti gestito congiuntamente da Matteo Baccalà e dal brissaghese
Giovanni Baiocchi, in qualità di «socio maneggiante», che portò con
sé la positiva esperienza maturata presso l’Albergo San Marco in
Milano , mentre quello dei Tre Innocenti venne ceduto a Giovanni
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Bazzi, genero e cognato dei Baccalà, che nel 1804 aveva sposato
una delle figlie di Giacomo, Annunciata . Con la morte di Giacomo
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nel 1837 e quella prematura del figlio Gottardo nel 1839, cessò la
straordinaria avventura imprenditoriale della famiglia Baccalà, non
volendo l’unico erede maschio superstite, Giuseppe, proseguire l’at-
tività degli avi. Continuò invece a mantenersi vivo lo stretto legame
tra l’attività di osti e ristoratori brissaghesi e la città ambrosiana.
77 Ivi, scatola 3, doc. 164. La casa Diotti venne acquistata per al prezzo di 18.030 lire.
78 Sul tema rinvio a G. Geronimo, Milano ospitale, 1827-1914, dottorato di ricerca in
Storia e informatica, Università di Bologna, rel. prof. R. Smura, 2008. Per un’analisi dei
mutamenti intervenuti nel settore dell’accoglienza in altre città europee e italiane nel
corso del XVIII e XIX secolo, rinvio per quanto riguarda Parigi a Roche, La ville promise,
cit., pp. e per Napoli a D. Carnevale, Dalla locanda all’albergo. Economia e sociologia
dell’accoglienza nella Napoli del Settecento, «Studi storici», 4, 2016, pp. 901-925.
79 Asti, fondo Angelo Branca, scatola 7, doc. 811.
80 Ivi, scatola 7, doc. 107, confesso e cauzione dotale. Un ramo della famiglia Bazzi
avrebbe continuato l’attività di Giovanni; infatti nel 1860 alcuni Bazzi risultano gestori
dell’Hotel San Marco di Milano. Un altro genero di Giacomo, Cesare Antognini, era pro-
prietario con la moglie Teresa Baccalà dell’Albergo Nazionale di Magadino. Anche in
questo caso la gestione era affidata a un brissaghese, Giuseppe Lamberti, «uomo con-
sumato in questo esercizio». Cfr. l’avviso pubblicato sulla «Gazzetta Ticinese» del 3 gen-
naio 1838.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)