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Il mestiere dell’oste tra migrazione e radicamento 667
Beretta, a cui nel 1791 sarebbe subentrato il fratello Biagio. Con
quest’ultimo il Baccalà aveva nel frattempo aperto nel 1788 una ri-
vendita di vini nella contrada del Broletto, detta dei Tre Scagni, atti-
vità che si andò ad affiancare alle precedenti e che venne momenta-
neamente affidata al figlio Giacomo. È importante evidenziare come
al momento di dismettere l’attività nel 1807, le eredi di Biagio Beretta
abbiano ceduto l’esercizio a Filippo Pedroli e a Giovanni Petrolini,
entrambi di Brissago. In aggiunta all’osteria e alla rivendita di vini,
nel 1791 Baccalà e Beretta aprirono anche un Bettolino in piazza
Fontana dove vendere vino al dettaglio, completando così il controllo
di tutte le fasi del commercio vinario cittadino: dalla vendita all’in-
grosso a quella al dettaglio, passando per la gestione di due osterie,
in cui oltre alla mescita del vino, si offrivano pasti e alloggio.
In questa logica di controllo dell’intera filiera commerciale rientra
anche l’acquisto di una barca per il trasporto del vino, di cui cono-
sciamo l’esistenza da una scrittura del 1819 . La barca doveva rac-
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cogliere il vino prima lungo la costa del lago Maggiore, quindi lungo
il Po per poi raggiungere Milano e infine tornare verso casa carica di
quei grani tanto richiesti in patria e per il commercio dei quali Matteo
Baccalà strinse società con i compaesani Filippo Pedroli e Tomaso
Marcaci , secondo una strategia che abbiamo già visto praticata
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dalla famiglia Taccioli nel corso del settecento .
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Sul finire del XVIII secolo, quindi, Giacomo Baccalà possedeva o
gestiva ormai quattro osterie e un negozio di vino, con un investi-
mento complessivo che raggiungeva le 75.000 lire circa e che vedeva
associati in diversi ruoli parenti (il nipote Innocente Bazzi, il genero
Giuseppe Morisi Borrani e il suocero Filippo Pedroli) e compaesani (i
Beretta, Gasparo Martinetti e Giovanni Branca) . La strategia com-
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merciale adottata si rivelò decisamente vincente a giudicare dai nu-
merosi investimenti in beni stabili effettuati dai Baccalà: dall’acqui-
sto di piccoli appezzamenti di terra a Brissago alla compera nel
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1795 del convento dei frati carmelitani scalzi della Scala di Milano,
72 Bernate, 1 aprile 1819. Si parla di una barca da vino di ragione di Giacomo Bac-
calà caricata nella cantina di Filippo Calderara. Asti, fondo Angelo Branca, scatola 7.
73 La società venne creata il 10 gennaio 1792 con un capitale di 4.500 lire finanziato
in parti eguali dai tre soci con lo scopo di acquistare «grani da condurre a Brissago ò
dove richiederà il caso». Asti, Fondo Branca, scatola 2, doc. 26.
74 Anche i fratelli Taccioli avevano provveduto a far costruire una barca per favorire
i propri commerci con i luoghi di rifornimento del vino. Cfr. Asmi, fondo notarile, notaio
Gaspare Arauco, cart. 47.668, 18 febbraio 1790.
75 Asti, fondo Angelo Branca, scatola 7, doc. n. 813.
76 Ivi, scatola 3, doc. 268, 269 e 270.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)