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680 Carlo Edoardo Pozzi
negoziazione di Lione e raggiungere anche i territori svizzeri vicini, non-
ché Parigi e Londra .
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Sempre a Torino avevano sede numerose agenzie e banche che erano
state istituite grazie all’apporto determinante di uomini d’affari stranieri
e che finanziavano il commercio subalpino, destinando una quota co-
spicua di capitale al sostegno del settore serico . Tra questi istituti di
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credito, è da ricordare il Banco di Sconto e Sete, fondato a Torino nel
1863 con il patrocinio della casa Rothschild e l’apporto di capitale fi-
nanziario francese. Ricorrendo alla manovra del credito e alla determi-
nazione delle quotazioni correnti delle sete, il Banco poté influire sia sul
mercato agricolo (dove la bachicoltura rivestiva un ruolo cruciale), sia
sull’andamento dei principali articoli di esportazione . Oltre a ciò, il
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Banco «agirà fino alla fine del secolo come stimolo e sostegno finanziario
alle grandi iniziative immobiliari torinesi e appoggerà l’Esposizione Na-
zionale tenutasi a Torino nel 1884, riscatto della grave depressione con-
seguente alla perdita della capitale, dopo l’unificazione nazionale» .
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Non è quindi un caso che Kawamura Einosuke abbia scelto proprio
Torino per avviare la sua attività di vendita diretta, probabilmente per-
ché attratto dalla forte domanda di seme-bachi proveniente dal fitto tes-
suto manifatturiero delle aree circostanti, dalla facilità con cui era pos-
sibile accedere al mercato internazionale (e in particolare a quello fran-
cese) e dal forte movimento di capitali che ruotava intorno alla produ-
zione e al commercio della seta. Già nel 1878 aveva perciò inviato in
Piemonte e fatto iscrivere all’Istituto Internazionale Italiano di Torino
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il figlio primogenito Tsunezō (1863-?) e, su raccomandazione del celebre
scrittore e educatore giapponese Fukuzawa Yukichi (1835-1901), anche
Ōhashi Awaji (1851-?), un ex insegnante di scuola media della città di
Akita formatosi nella prestigiosa Keio Gijuku (scuola fondata nel 1858
dallo stesso Fukuzawa) . Nei primi anni del loro soggiorno a Torino,
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Kawamura jr. e Ōhashi si dedicarono prevalentemente allo studio della
lingua italiana, visitando nel tempo libero i paesi vicini per familiarizzare
26 V. Castronovo, Il Piemonte cit., pp. 69-72.
27 Ivi, p. 68.
28 Ibidem.
29 P. Chierici, L. Palmucci, Le “Fabbriche Magnifiche” cit., p. 79.
30 L’Istituto Internazionale Italiano di Torino fu fondato per volontà del prete Ago-
stino de Grossi allo scopo di istruire alla lingua e alla cultura italiana i figli degli italiani
immigrati nelle Americhe, ma vi venivano accettati anche studenti stranieri. In partico-
lare, è significativo il fatto che, oltre a Kawamura Tsunezō e Ōhashi Awaji (seguiti poi
da Hiramoto Hiroshi), molti altri studenti giapponesi abbiano frequentato l’Istituto per
motivi di lavoro. A tal proposito, cfr. M. Ishii, Studenti e setaioli giapponesi a Torino, in
T. Ciapparoni La Rocca (a cura di), Seta cit., pp. 31-35.
31 Akita Sakigake Shinpōsha Henshū-kyoku (eds.), Dokusha to tomo ni isseiki: Akita
sakigake shinpō hyakunenshi (Un secolo con il lettore: cento anni di storia di Akita Sa-
kigake Shinpō), Akita Sakigake Shinpōsha, Akita, 1974, p. 26.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)