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L’attività commerciale della Kawajiri-Gumi a Torino (1880-1885)   685


                    molta  attenzione  a  non  danneggiare  la  fiducia  dei  sericoltori  italiani
                    verso il seme-bachi giapponese, ma i loro sforzi finivano con l’essere va-
                    nificati dalle aziende e dai lavoratori autonomi che producevano grossi
                    quantitativi di uova di baco da seta di qualità scadente .
                                                                         53
                       Allo scopo di trovare una soluzione di lungo periodo al problema,
                    nel maggio 1882 Kawamura jr., Ōhashi e Hiramoto ebbero diversi in-
                    contri con Tajima Keitarō e Suzuki Hiroshi, rappresentanti a Milano
                    della Shimamura-gumi, e con Ōtani Kōzō (1825-1887), rappresentante
                    a Milano della Rengōsha, nonché pioniere dell’esportazione diretta di
                    seme-bachi giapponese in Italia. Nonostante la forte competizione che
                    esisteva tra le loro rispettive compagnie, i sei commercianti, consape-
                    voli del fatto che l’afflusso sul mercato italiano di seme-bachi di bassa
                    qualità costituiva una seria minaccia ai propri affari, avevano deciso
                    di mettere da parte le loro divergenze per il bene comune e trovare
                    insieme un modo di frenare questo fenomeno . Dopo varie discus-
                                                                  54
                    sioni,  giunsero  alla  fine  alla  conclusione  che  fosse  necessaria  una
                    stretta collaborazione tra tutti i produttori giapponesi del settore, al
                    fine di migliorare i metodi di produzione e, allo stesso tempo, riformare
                    le regole di esportazione delle uova del baco da seta . Il 31 maggio
                                                                         55
                    1882,  inviarono  pertanto  al  Segretario  Maeda  un  promemoria  sulla
                    necessità di stabilire un’unione nazionale dei produttori giapponesi,
                    esponendo in particolare quanto segue:

                       Il seme-bachi giapponese ha perso popolarità nel mercato italiano e nel corso
                    degli anni sta andando in declino. Tutti sanno che, se non si corregge oggi que-
                    sto declino, le tracce del seme-bachi giapponese in Italia saranno spazzate via.
                    Non c’è bisogno di dirlo ora, ma proprio adesso siamo in Italia e siamo testimoni
                    della reale situazione [...]. Siamo convinti che, se pianifichiamo delle misure per
                    rimediare al declino di oggi, potremo adempiere al nostro obbligo di servire i
                    nostri connazionali, rafforzando e ampliando gli affari di ciascuno. Ora, questo
                    scopo non si può raggiungere mai se, nel risolvere questo declino, non si procede
                    di comune accordo come un’unica cooperativa commerciale di seme-bachi a li-
                    vello nazionale [...]. Oggi abbiamo raggiunto l’apice di questo declino e proprio
                    come in passato ciascuno segue soltanto l’opinione privata della propria casa di
                    produzione ed insiste su di essa. Ciononostante, anche se tutti vogliono ottenere
                    profitto dal mercato, di fatto non lo ottengono mai. Questo avviene perché, tra-
                    mite la tradizionale vendita all’asta (a Yokohama) di prodotti di bassa qualità,
                    viene ridotta la fama e la reputazione (delle uova di baco da seta giapponesi) [...].
                    Riteniamo che le persone che affrontano le difficoltà della società del seme bachi
                    raggiungeranno certamente le loro fortune nel momento in cui abbandoneranno
                    la  propria  opinione  personale  e  soddisferanno  l’interesse  pubblico.  Questo


                       53  Ibidem.
                       54  Ibidem.
                       55  Ivi, pp. 517-518.


                                               Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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