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L’attività commerciale della Kawajiri-Gumi a Torino (1880-1885) 689
Sono arrivati (in Italia) i cartoni partiti da Yokohama il 18 novembre (1884)
complessivamente N. 44,285, fra i quali circa 3,000 Akita Kavagiri (sic.) 66 . Altri
12,000 Akita della Società Kavagiri, i quali avrebbero dovuto partire all’istessa
epoca; ne furono impediti perché il bastimento che li portava all’interno sorpreso
da burrasca dovette appoggiare in un porto della costa, e da notizie di Yoko-
hama, sarebbe quasi accertato, che detti Kavagiri riportassero avarie non indif-
ferenti. Questi 12,000 Akita furono spediti da Yokohama precisamente il 29 no-
vembre e quindi non arriveranno qui che verso il 15 corrente. Le corrispondenze
successive da Yokohama confermano le voci di avaria ed i rappresentanti in
Torino della Società Kavagiri non hanno in alcun modo smentite le pubblicazioni
in proposito 67 .
Alla fine, i 12.000 “cartoni” spediti nell’autunno del 1884 giunsero a
destinazione e furono regolarmente venduti: stando infatti alla «Rivista
di Bachicoltura» del 1° febbraio 1885, «i Cartoni Akita della società
Akita-Kavagiri (sic!) giunsero pochi giorni fa a Torino, ove vari commit-
tenti si recarono a visitarli ed a ritirarli perché trovati di loro soddisfa-
zione» . Ciò non toglie comunque che il trasporto di seme-bachi via
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mare costituisse per la Kawajiri-gumi un rischio costante e che pertanto
molti dei suoi clienti italiani fossero alla fine dissuasi dal richiedere altri
“cartoni” alla compagnia.
Ai problemi relativi al trasporto vanno poi aggiunti quelli riguardanti
l’amministrazione e il bilancio della Kawajiri-gumi, che contribuirono
anch’essi, sia pure indirettamente, al calo delle esportazioni e delle ven-
dite del suo seme bachi in Italia. Per esempio, a causa della scarsa effi-
cienza della contabilità della Kawajiri-gumi, capitava che in Giappone
qualcuno utilizzasse il seme-bachi e la seta greggia destinati al mercato
interno senza pagare il produttore che glieli consegnava. Il disordine che
ne conseguì fu tale che molti produttori danneggiati decisero di uscire
dalla compagnia . Si consideri inoltre che la stessa filiale di Torino do-
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vette avere problemi di budget non indifferenti, se, nel settembre 1884,
Hiramoto Hiroshi avvertì l’urgenza di trasferire la sua sede e stabilire
un metodo per contenere le spese di negozio .
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Non va poi dimenticato l’impatto negativo derivante dalla persistenza
in Giappone della già citata sovrapproduzione di seme-bachi di bassa
66 In realtà, come riportato da un articolo della rivista «Il Sole», poi pubblicato sulle
pagine della «Rivista di Bachicoltura» del 1° gennaio 1885, questi “cartoni” non erano
di proprietà della compagnia di Kawamura Einosuke ma appartenevano «ad alcuni
membri della Società stessa Kavagiri (sic.) che quest’anno (presumibilmente il 1884)
non vollero più far parte di essa». «Rivista di Bachicoltura», A. XVII, n. 1 (1885) cit.,
pp. 2-3.
67 «Rivista di Bachicoltura» cit., A. XVII, n. 2 (1885), 16 gennaio 1885, p. 7.
68 Ivi, A. XVII, n. 3 (1885), 1° febbraio 1885, p. 11.
69 F. Gotō (ed.), Kyōtei shūi cit., p. 203.
70 Ivi, p. 225.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)