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                unità nel 1883  e riducendosi fino a circa 12.000 nel 1884 . Pur trat-
                                                                         62
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                tandosi sempre di quantità considerevoli, che costituivano buona parte
                delle importazioni italiane di seme-bachi giapponese, non va poi dimen-
                ticato che i “cartoni” effettivamente venduti dalla filiale di Torino negli
                ultimi anni della sua attività potevano essere in numero molto più ri-
                dotto di quelli inviati dalla casa madre.
                   Tra le cause principali di questo declino vanno ricordate prima di
                tutto le gravi perdite che la Kawajiri-gumi subì durante il trasporto dei
                suoi “cartoni” dalla prefettura di Akita a Torino. Come è ormai noto, il
                trasporto transoceanico del seme-bachi costituiva un problema, poiché
                si doveva spostare su lunghe distanze (e con i metodi di conservazione
                ancora arretrati dell’epoca) una merce “viva”, molto sensibile alle varia-
                zioni di temperatura e all’umidità. Durante il lungo viaggio dal luogo di
                produzione al destinatario finale accadeva spesso che il grado di fre-
                schezza e la qualità del prodotto si deteriorasse sensibilmente e non
                soddisfacesse le aspettative dei consumatori, con il conseguente calo
                del suo prezzo . Perfino la Kawajiri-gumi, che era molto attenta alla
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                qualità delle sue uova di baco da seta, era talvolta vittima di incidenti
                durante il loro trasporto. Per esempio, nel 1881, a causa di un guasto
                della nave che trasportava i suoi “cartoni” di seme-bachi durante l’at-
                traversamento dell’Oceano Indiano, seimila arrivarono in Italia in stato
                di decomposizione e ciò provocò alla compagnia una perdita di circa
                20.000  yen  dell’epoca .  Successivamente,  nel  1882,  durante  il  tra-
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                sporto via terra dalla città di Akita al porto di Yokohama, 3.000 “cartoni”
                di seme-bachi della compagnia furono danneggiati dalla pioggia e arri-
                varono in Italia ammuffiti . Un danno persino più grave fu infine sfio-
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                rato a causa di un incidente avvenuto nell’autunno del 1884: in novem-
                bre, durante la navigazione dal porto di Akita a quello di Yokohama,
                circa 12.000 “cartoni” di seme-bachi della Kawajiri-gumi rischiarono di
                essere gravemente danneggiati, perché la nave che li trasportava fu col-
                pita da una violenta tempesta. Informazioni sull’incidente furono pub-
                blicate dalla rivista «Il Sole», riprese il 16 gennaio 1885 della «Rivista di
                Bachicoltura».








                   61  «Il Bacologo Italiano: giornale tecnico-commerciale di bachicoltura ed industrie
                affini», A. 6, n. 40 (1883-1884), 30 dicembre 1883, p. 318.
                   62  «Rivista di Bachicoltura», A. XVII, n.1 (1885), 1°gennaio 1885, pp. 2-3.
                   63  Akitaken (a cura di), Akitakenshi (Storia della prefettura di Akita), Vol. 5, Akita-
                ken, Akita, 1917, pp. 614-615.
                   64  Ivi, p. 618.
                   65  «Rivista di Bachicoltura» cit., A. XIX, n. 6 (1882), 13 marzo 1882, p. 3.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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