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L’attività commerciale della Kawajiri-Gumi a Torino (1880-1885)   687


                    merce esportata, sul retro di ciascun “cartone” dovevano essere stam-
                    pati, in caratteri giapponesi e romani, il nome del produttore, quello
                    della sua azienda e il suo indirizzo (articolo 18). Infine, ai responsabili
                    dell’ufficio in Italia era data piena autorità decisionale sulle vendite, as-
                    sieme al diritto di determinare il prezzo annuale del seme-bachi giappo-
                    nese sulla base della situazione commerciale delle uova di baco da seta
                    e della seta greggia italiane (articolo 8). Ciò non escludeva comunque
                    che  un  mercante  straniero  potesse  acquistare  sementi  a  Yokohama
                    presso l’ufficio vendite ivi stabilito, ma in ogni caso il prezzo di vendita
                    non doveva essere inferiore a quello deciso dai responsabili delle vendite
                    operanti in Italia (articolo 17) .
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                       Per attuare questo ambizioso progetto, d’accordo con i rappresen-
                    tanti della Kawajiri-gumi a Torino e con quelli della Shimamura-gumi a
                    Milano, Ōtani Kōzō lasciò l’Italia l’11 luglio 1882 e arrivò a Yokohama il
                    20 agosto, con l’intenzione di discutere con tutti gli operatori giapponesi
                    del commercio di seme-bachi in merito alla bozza del 31 maggio e all’idea
                    di unirsi insieme per costituire un’unica cooperativa commerciale. Gra-
                    zie alla raccomandazione e al supporto del Segretario Maeda Masana,
                    incontrò vari ufficiali governativi ed espose a loro le proprie idee. In ri-
                    sposta, il governo giapponese chiese a cinque governatori prefetturali
                    (tra cui quelli delle prefetture centrali di Nagano, Gunma e Saitama) di
                    mediare un incontro tra i produttori locali e Ōtani. Quest’ultimo iniziò
                    quindi il suo viaggio attraverso il Giappone, visitando per prime le pre-
                    fetture di Saitama e di Gunma. La sua proposta di mutua collaborazione
                    venne però considerata inattuabile dalla quasi totalità delle compagnie
                    a cui si era rivolto, cosicché il progetto ideato insieme con i colleghi della
                    Kawajiri-gumi e della Shimamura-gumi fu presto abbandonato senza
                    aver prodotto alcun risultato concreto .
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                    3. La chiusura della filiale di Torino e le sue cause

                       Parallelamente alla crisi generale del commercio serico italo-giappo-
                    nese, anche l’attività della Kawajiri-gumi in Italia cadde in un progres-
                    sivo declino e la compagnia fu alla fine costretta a chiudere la sua filiale
                    torinese nel 1885. Il numero dei “cartoni” di seme-bachi esportati in Ita-
                    lia dalla Kawajiri-gumi, dopo aver superato le 23.000 unità nel 1881
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                    e raggiunto le 25.000 nel 1882 , fu in costante calo, passando a 18.000
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                       57  Ivi, cc. 2v-6v.
                       58  S. Fujimoto, Kaikō to kiito bōeki cit., pp. 485-486.
                       59  Ak, Kawajiri-gumi enkaku-sho cit., c. 6r.
                       60  Ministero Per Gli Affari Esteri Di S. M. Il Re D’Italia (a cura di), Bollettino Conso-
                    lare, vol. XVIII/seconda parte (1882), Libreria dei fratelli Bocca, Roma, 1883, p. 546.
                    Relazione del Regio Console a Yokohama Vito Positano (1833-1886).


                                               Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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