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692 Carlo Edoardo Pozzi
prezzo non avrebbe superato il valore di 1 franco al chilo, scendendo
così al di sotto del prezzo minimo (che all’epoca oscillava tra i 2 franchi
e 50 centesimi e i 3 franchi al chilo) . Di conseguenza, per far fronte a
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questa situazione e riprendersi dagli scarsi guadagni ottenuti dalle ven-
dite dei bozzoli, i filatori di seta sembravano decisi a pretendere prezzi
bassi dai produttori di seme-bachi 81 . Come conseguenza, nel 1885
l’esportazione e la vendita di “cartoni” di uova di baco da seta in Italia
sarebbe diventata per i produttori giapponesi, Kawajiri-gumi in testa,
ancora più difficile e meno redditizia. Non stupisce quindi che nel 1885
la Kawajiri-gumi abbia sentito per la prima volta il bisogno di ricorrere
al supporto di un rappresentante diplomatico del governo giapponese
in Italia, soprattutto in vista della consueta esportazione di seme-bachi
prevista in autunno.
Già il 18 maggio di quell’anno aveva comunicato al governo della pre-
fettura di Akita il proprio desiderio di ottenere la supervisione di un
console, aspettandosi che questi esaminasse la situazione commerciale
della filiale di Torino e supportasse la sua attività di vendita . Succes-
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sivamente, nell’agosto dello stesso anno, Hiramoto Hiroshi informò il
Console Locatelli che la Kawajiri-gumi intendeva spedire in Italia 11.000
“cartoni” di seme-bachi. Inoltre, il 24 giugno, il Segretario Maeda Ma-
sana, a nome di Kawamura Einosuke, inviò una lettera al Locatelli per
chiedergli di aiutare Hiramoto a vendere quei “cartoni”. Da parte sua, il
26 agosto 1885, Locatelli, pur mostrandosi disposto a supportare Hira-
moto, rispose a Maeda che nutriva forti dubbi sulla concreta possibilità
di vendere tutti gli 11.000 “cartoni” l’anno successivo, spiegandone le
ragioni :
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Recentemente il Signor Hiramoto mi ha comunicato che è arrivata una let-
tera dalla sua casa madre riguardo all’esportazione di “cartoni” di seme-bachi
ed è stato deciso che quest’anno il loro numero sarà di 11.000 unità. Io credo
che 11.000 “cartoni” da vendere siano troppi. Invio un rapporto datato 10 luglio
80 Ivi, c. 4r/v.
81 «Rivista di Bachicoltura», A. XVII, n. 16 (1885), 22 giugno 1885, p. 63.
82 Ak, Kangyō-ka nōji Kake jimu-bo, yōsan no bu, Meiji jūhachi-nen cit., Zengumi hoka
ichimei yori Itariakoku Nihonryōji-kan e kantoku no gi ni tsuki negau (Richiesta della su-
pervisione del Consolato del Giappone in Italia da parte di tutta l’azienda e di terzi), 18
maggio 1885, c. 3r/v. Documento inedito. Anche se in questa lettera non viene specifi-
cato, probabilmente la Kawajiri-gumi intendeva chiedere il supporto del Consolato di
Milano.
83 Ak, Kangyō-ka nōji Kakejimu-bo, yōsan no bu, Meiji jūhachi-nen cit., Zai Ikoku
sanken-fu meiyo ryōji yori Maeda Shokikan-ate Kan tōtatsu ni tsuki Kawajiri-gumi e
kaifu no ken (Questione della circolare per la Kawajiri-gumi sull’arrivo della lettera
indirizzata al Segretario Maeda dal Console onorario in Italia responsabile delle pro-
vince dei bozzoli del baco da seta), 26 agosto 1885, cc. 3r-5r. Documento inedito.
Anche in questo caso si fa riferimento alla traduzione in giapponese di una lettera
del Console Locatelli.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)