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724 Giulia Delogu, Giulio Farella
manifatture (quelle del vetro di Murano e le tintorie) un sistema di
franchigie, che permettesse l’importazione a minor costo delle mate-
rie prime globali necessarie per la produzione poteva essere l’occa-
sione per risollevarsi dalla decadenza . Per altre, come i saponifici,
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già duramente provati dalla concorrenza causata dalla «estera invi-
dia» e dalla «costruzione di più fabbriche in Trieste, le quali godono
del privilegio di franchigia», la libera circolazione di merci estere at-
traverso il porto franco poteva essere un problema aggiuntivo che
minacciava anche il mercato interno .
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Ugualmente minacciati dal nuovo disegno (legislativo e struttu-
rale) di Venezia si sentivano anche i pescatori i quali rivendicavano
la centralità della loro attività anche nelle «varie piazze della Lombar-
dia e della Germania» nel formare «un importante ed attivo commer-
cio, ed utile eziandio per la Regia Finanza» . Chiedevano, quindi, che
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le misure relative alla riconfigurazione portuale non portassero «l’ine-
vitabile conseguenza che la pesca verrebbe abbandonata, e migliaia
di famiglie […] languirebbero nella miseria, e riceverebbe una scossa
ben importante il commercio». Bisognava ricordare che «con questa
qualità di pescagione vive in tutti i luoghi dell’estuario, e città mu-
rate, un’infinita popolazione dedicata esclusivamente nell’arte di tal
pesca» . A scontrarsi con le necessità dei pescatori non erano solo i
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lavori progettati nella laguna di concerto tra Vienna e la Camera di
Commercio, ma anche la stessa legislazione austriaca che, a più ri-
prese, tra il 1816 e il 1835, aveva emanato regolamenti per la pesca
di mare ribandendo che «si deve esercitare in modo innocuo alla pro-
pagazione della specie, e perciò resta inibito il metodo della pesca
con reti a fondo, od a cocchia con due barche» . Nel frattanto, anche
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intellettuali non direttamente coinvolti nel tessuto economico vene-
ziano, come i pavesi Defendente e Giuseppe Sacchi, prendevano
parte al dibattito sottolineando come tanto la nuova diga di Mala-
mocco quanto l’istituzione del porto franco fossero sì «misure artifi-
ciali», ma atte «prima di tutto a mantenere nella popolazione della
laguna il suo necessario e permanente carattere di nazione manu-
22 Asve, Archivio della Camera di Commercio, b. 13, t. 1, n. 30: L’arte dei tintori alla
Camera di Commercio Arti e Manifatture; I Fabbricatori di Vetro di Murano alla Camera
di Commercio Arti e Manifatture, 29 gennaio 1816: chiedono diminuzione dazi «sopra il
saldame che ritirano dall’Istria, e che impiegano come materia prima necessaria alla
vetrificazione».
23 Ivi: Notificazione di Giacomo Pasini Fabbricatore di Saponi, 15 ottobre 1816.
24 M. Naccarini, Istruzione relativa alla pesca cit., pp. 7-8
25 Ivi, p. 14.
26 G. Ellinger, Manuale di diritto civile austriaco, Antonio Arzione, Milano, 1853, vol.
I, p. 370.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)