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L’informazione sui terremoti nella Monarchia ispanica (secoli XVI-XVII)   161


                    notabilissimo terremoto con grande ruyna y mortandad, tal que la for-
                    taleza principal se abierto y roto» .
                                                     48
                       Nelle società d’Ancien Régime, infine, non esisteva una separazione
                    netta tra la sfera privata e l’attività politica dei gruppi dirigenti. L’élite
                    ispano-imperiale, in particolare, era formata da uomini, appartenenti
                    alle famiglie più insigni della nobiltà cattolica, che tessevano, attra-
                    verso politiche di patronage, ampie ragnatele di rapporti sociali, per le
                    quali lo scambio di dati era un aspetto cruciale. Essenziali per il raffi-
                    namento  delle  informazioni  da  presentare  al  sovrano,  i  membri  dei
                    consigli  conoscevano  spesso  notizie  rilevanti  tramite  canali  esterni
                    all’amministrazione, tanto che gli autori dei dispacci si definivano so-
                    litamente come criados, ossia vassalli, del destinatario .
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                       Il 24 settembre 1692, a Liegi, un capitano del tercio viejo chiamato
                    Juan de Velasco firmò una lettera indirizzata a Gregorio de Silva y
                    Mendoza, duca dell’Infantado e Sumiller de Corps di Carlo II . Dopo
                                                                                50
                    aver delineato con premura la situazione politica dell’Europa setten-
                    trionale al suo mecenate, nel margine sinistro dell’ultima pagina l’uf-
                    ficiale annotò un’informazione sorprendente: pochi giorni prima un si-
                    sma «puso mucho orror y miedo a las jentes cayeron algunos hedificios
                    y en las torres de las iglesias» . La notizia del terremoto, quindi, fu
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                    conosciuta a Madrid dal duca dell’Infantado, un politico tra i più vicini
                    al sovrano, grazie all’epistola di una persona, completamente, estra-
                    nea all’amministrazione. Il disastro provocò decine di morti e danni
                    irrimediabili in diverse città delle Fiandre, in particolare a Malines. Il
                    sisma lasciò il segno nella memoria collettiva della regione, giacché fu
                    l’origine della devozione popolare verso la statua della Madonna Nera,
                    tutt’oggi  custodita  nella  chiesa  di  Notre-Dame-des-Récollets  a  Ver-
                    viers .
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                       48  Ags, Estado, Génova, Legajo 1434, f. 192. Juan Vivas de Cañamas a Filippo III,
                    Genova 26 maggio 1609.
                       49  M. Rivero Rodríguez, El conde duque de Olivares. La búsqueda de la privanza per-
                    fecta, Ediciones Polifemo, Madrid, 2017.
                       50  Sul contesto politico del momento: C.M. Nadal Fernández, La política exterior de
                    la monarquía de Carlos II. El Consejo de Estado y la Embajada de Londres (1665-1700),
                    Ateneo Jovellanos, Gijón, 2009.
                       51  Ahnb, Osuna, CT. 99, D. 2. Juan de Velasco al duca dell’Infantado, Liegi 24 set-
                    tembre 1692.
                       52  J-L. Kupper, Le miracle de Notre-Dame, «Feuillets de la Cathédrale de Liège», 28-
                    32 (1997), pp. 21-34.


                                                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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