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L’informazione sui terremoti nella Monarchia ispanica (secoli XVI-XVII) 165
magistrati però avvisavano gli organi centrali che l’estate precedente
un terremoto «deformo mucho esta ciudad, porque padescieron los
edificios mucho detrimiento, murieron como ocho españoles y hasta
cien indios» .
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Il 13 luglio dell’anno successivo il governatore delle Filippine, San-
tiago de Vera, inviò un dispaccio a Madrid sullo stato della colonia: i
rapporti conflittuali con i potentati locali, una probabile ribellione degli
autoctoni, la presenza folta e pericolosa di lavoratori e mercanti cinesi,
la mancanza di navi e materiali, la precarietà della rotta con Acapulco,
la necessita di religiosi che conoscessero le lingue della regione . Men-
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tre delineava la situazione politico-militare, il governatore si soffer-
mava sulle ultime scosse, che avevano causato gravi danni al bastione,
dove vivevano i soldati del re: «los grandes temblores rrespendo por
tres partes y abrio por la una mas de un dedo y por las otras menos» .
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Nel corso del Seicento, invece, divenne consueto l’invio di plichi più
o meno voluminosi con documenti intorno ai sismi, che un’istituzione
spediva all’autorità superiore. Nell’inverno del 1644, un terremoto de-
molì tutti gli edifici di Pamplona, ora in Colombia, che all’epoca appar-
teneva al Regno di Nuova Granada . Il cabildo nominò allora un pro-
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curatore generale, Lorenzo Llanos Cifuentes, che scrisse una relazione
dettagliata sui danni sofferti dalla città prima all’Audiencia di Santa
Fe e poi a Madrid; la situazione di Pamplona era, realmente, compli-
cata: «fue necesario en la plaza hazer los vezinos chozas en donde se
colocasse en Santissimo Sacramento de la Paroquia y las Reliquias y
cosas sagradas de los conventos» .
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Informazioni sui terremoti, inoltre, potevano comparire nella docu-
mentazione di querelle politico-giudiziarie più ampie. Nel 1659, il ca-
bildo ecclesiastico di Manila comunicò a Filippo IV i continui e abituali
ritardi con cui era inviato il denaro dalla Nuova Spagna . La man-
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canza di fondi rendeva ancor più problematica l’opera di evangelizza-
zione in quella regione ai confini del mondo, che presentava un
71 Agi, Quito, 8, r. 22, n. 65. L’Audiencia di Quito a Filippo II, Quito 6 aprile 1588.
72 Sulle società multietnica delle Filippine, si veda l’ottimo lavoro di B. Tremml-Wer-
ner, Spain, China, and Japon in Manila, 1571-1644. Local Comparisons and Global Con-
nections, Amsterdam University Press, Amsterdam, 2015.
73 Agi, Filipinas, 18A, r. 7, n. 46. Santiago de Vera a Filippo II, Manila 13 luglio 1589.
74 R. Altez, Vulnerabilidad nuestra de cada día: Cambios históricos y culturales en la
percepción de las amenazas en Venezuela (Siglos XVI-XIX), «Tierra Firme. Revista de hi-
storia y ciencias sociales», 107 (2009), pp. 245-267 (in particolare pp. 248-258).
75 Agi, Santa Fe, 66, n. 141. La città di Pamplona, 10 marzo 1646.
76 A. García Abásolo, Conflictos en el abasto de Manila en 1686: multiculturalidad y
pan, in M.C. García Bernal, S. Olviero Guidobono (a cura di), El Municipio Indiano: rela-
ciones interétnicas, económicas y sociales. Homenaje a Luis Navarro García, Universidad
de Sevilla – Secretariado de Publicaciones, Sevilla, 2009, pp. 283-299.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)