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                causasse danni limitati nella capitale messicana, il rappresentante
                di Sua Maestà confermò alla corte che «en esta ciudad se padecieron
                algunos sustos» .
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                   Due anni prima, una successione di scosse vessò per più di due
                mesi il meridione del Regno di Valencia, una tra le regioni con maggior
                attività tellurica della penisola iberica . I terremoti distrussero palazzi
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                e monasteri, oltre a provocare decine di vittime in un territorio che,
                nel 1621, era stato già danneggiato gravemente da un altro sisma . I
                                                                                89
                continui e repentini movimenti della terra ebbero un effetto talmente
                forte tra la popolazione della zona, che il domenicano Miguel Torró,
                priore di Sant’Anna di Albadia, lasciò una testimonianza addirittura
                nel Lumen domus del convento. Redatto il 6 settembre 1644, lo scritto
                dell’ecclesiastico ricordò ai posteri che, durante l’estate, sia i monaci
                dell’abbazia sia gli abitanti dell’area avevano vissuto sotto il giogo del
                panico alla seguente scossa: di fatto «la gente durmio mas de 15 dias
                en chosas fuera de sus casas, y el Padre Fray Tomas y el Padre Prior
                Miguel Torro, durmieron muchas noches en una chosa» .
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                   Un’immagine tipica nelle scritture del disastro furono le macerie
                provocate dai terremoti, «no se ve otra cossa que Montes de piedras» .
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                Una volta terminati i movimenti tellurici, la prima azione dei respon-
                sabili politici e amministrativi, non a caso, era una valutazione siste-
                matica dei danni materiali sofferti dal territorio; così nel 1684 il gover-
                natore di Cumaná, Francisco de Vivero, confermò al sovrano che «al
                dia siguiente reconocí las ruinas que padecieron las fortificaciones» .
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                Il 28 agosto 1674, invece, una potente scossa devastò la città di Lorca,
                nel Regno di Murcia, tuttora zona sismicamente molto attiva. Dalla
                capitale murciana allora fu inviato un resoconto sul tragico evento alla
                corte di Madrid, che mostrava lo stato catastrofico dell’area. Oltre a
                segnalare la morte di trentadue persone, l’autore anonimo informò, in
                particolare, sul crollo di numerosi edifici, mentre la paura invadeva i


                   87  Agi, México, 36, n. 7. Conte di Salvatierra a Filippo IV, Città del Messico 20 maggio
                1646.
                   88  Per il Regno di Valencia l’autore di riferimento è, senz’ombra di dubbio, Armando
                Alberola Romá, data la sua ampia bibliografia qui si rimanda a Id., Terremotos, memoria
                y miedo en la Valencia de la edad moderna, «Estudis. Revista de Historia Moderna», 38
                (2012), pp. 55-75.
                   89  J.L. Santonja Cardona, Iglesia y sociedad en una villa valenciana: Alcoi (1300-
                1845), Tesi di dottorato inedita, Universitat d’Alacant, diretta da J.M. Del Estal, 1998,
                pp. 461-467.
                   90  Arv, Clero, Libro 1334, f. 67v. Relazione del frate Miguel de Torró e Pedro Sánchez
                Romo, Albaida 6 settembre 1644.
                   91  Ags, Secretarias Provinciales, Legajo 30, s. f. Sintesi delle relazioni inviate dalle
                università della Calabria Ultra, Napoli 29 novembre 1659.
                   92  Agi, Santo Domingo, 188, r. 2, n. 25. Francisco de Vivero a Carlo II, Cumaná 12
                luglio 1684.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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