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170 Gennaro Varriale
toso attraverso la propria esperienza personale, piuttosto peculiare .
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Da venti giorni l’ecclesiastico, infatti, era stato obbligato dai medici a
riposare in casa per un’infezione respiratoria, a sua detta, tipica della
regione. Quando il sisma colpì la città, don Melchor era in un palazzo
che crollò con una velocità inusitata, «me enterró entre sus ruynas
una cassa de altos en que yo vivía, sin darme el conflito mas plazo, ni
medio de escape» 100 .
Una conseguenza temuta dei terremoti erano le epidemie che pote-
vano diffondersi tra la popolazione costretta ad abbandonare le proprie
case in territori, dove spesso i cadaveri erano abbandonati alle intem-
perie, mentre l’approvvigionamento di alimenti diveniva più difficile
per la distruzione delle infrastrutture viarie. L’amministrazione napo-
letana con alle spalle una lunga tradizione nella gestione dei sismi
mantenne un’attenzione costante sul rischio di malattie infettive. Il 17
dicembre 1639, il Consiglio Collaterale analizzò diverse relazioni, che
le università calabresi avevano spedito a Napoli per il terremoto
dell’anno precedente. Durante il dibattito fu ricordato che gli abitanti
della zona per avere «dormito in campagna dentro barracche, et ca-
pane si sono ammalati et morti assai» 101 .
Nella primavera del 1646 un nuovo sisma avvenne nella zona della
Capitanata che, come ricordato, era stata devastata già nel 1627. Su
suggerimento del Consiglio Collaterale, il viceré duca d’Arcos decise di
inviare nel territorio Annibale Moles con un mandato simile all’inca-
rico, che nel 1638 era stato conferito a Ettore Capacelatro in Cala-
bria 102 . L’inviato speciale esaminò lo stato della provincia, dove la si-
tuazione era abbastanza critica per i danneggiamenti a infrastrutture
fondamentali del regno. Don Annibale, in particolare, visitò l’univer-
sità di Canosa che rappresentava uno snodo essenziale per le comu-
nicazioni tra la capitale e l’area adriatica. Dopo aver elencato i danni
all’architettura urbana, il magistrato napoletano sottolineò la difficile
condizione degli abitanti, «che viveno quasi tutti con le capanne in
campagna, con evidente periculo d’ammallarsi et seguendo l’inverno
bisognera che vadino ad habitare in altro luoco» 103 .
99 J. Mansilla, El gobierno colonial de Lima y su capacidad de manejo de la crisis
frente al terremoto de 1687: respuestas del virrey y del cabildo secular, «Revista del In-
stituto Riva-Agüero», 1-1 (2016), pp. 11-37.
100 Agi, Lima, 304, n. 11. Melchor Liñán y Cisneros a Carlo II, Lima 3 dicembre 1687.
101 Asn, Cancelleria e Consiglio, Collaterale, Cancelleria, Curiae, busta 112, f. 72v.
Consiglio Collaterale, Napoli 17 dicembre 1639.
102 Sui ruoli istituzionali rivestiti da Annibale Moles: G. Intorcia, Magistrature nel
Regno di Napoli cit., p. 343.
103 Asn, Regia Camera della Sommaria, Consulte, filza 48, f. 95r, Napoli primo set-
tembre 1646.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)