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Abolire il gioco per placare l'ira divina                        195


                    di partecipare alle estrazioni del lotto di Genova e di Milano, consentito
                    invece in appalto dal predecessore Clemente X. Innocenzo XI aveva
                    pertanto accolto con favore la sospensione a Napoli: «Gode Sua Beati-
                    tudine, che dal Signor Viceré, e dal Collaterale si fussero su ciò fatte
                    le dovute riflessioni, onde restasse tal gioco sospeso, e se ne fusse pur
                    da loro scritto in Spagna». Seguiva una sentenza perentoria che sal-
                    dava in un vincolo indissolubile disastro e castigo di dio, beneficiata e
                    terremoto nel Regno di Napoli: «Sempre, che si leveranno l’occasioni
                    dell’offesa di Dio, cesseranno i castighi, e succederanno le felicità». Era
                    dovere di Muti «insinuarlo» in ogni circostanza alle autorità politiche ,
                                                                                      42
                    così come lo era di ogni rappresentante della Chiesa, a partire dall’ar-
                    civescovo di Napoli, anch’egli sollecitato in proposito da Cybo .
                                                                                43
                       Nella risposta del 22 giugno, il nunzio promise di esercitare il suo
                    zelo per rimuovere le «occasioni delle offese di Dio», unico modo per far
                    cessare i «castighi» e propiziare le «felicità». La beneficiata era già stata
                    oggetto di discussione tra lui e il precedente viceré, il marqués del Car-
                    pio : «Sin dal tempo, che viveva il Signor Marchese di El Carpio, e mi
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                    portavo alla sua audienza, gli havevo detto le male conseguenze, che
                    venivano dal giuoco della Beneficiata, e che però dovesse levarsi». La
                    pressione era continuata nei confronti del successore conde de San-
                    tiesteban,  e  si  era  intensificata  nei  giorni  post-terremoto:  «L’istesso
                    sono andato poi suggerendo per quanto hò potuto, e validamente fat-
                    tomi sentire coll’occasione del spaventevole terremoto, onde somma-
                    mente godei con questa Città, quando se ne intese ultimamente la so-
                    spensione».  Muti  chiudeva  il  dispaccio  confidando  nel  buon  esito
                    dell’intervento del nunzio a Madrid, il cardinale Marcello Durazzo .
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                       L’iniziativa romana per l’abolizione della beneficiata era stata affi-
                    data da Cybo a Durazzo in una lettera del 13 giugno, prima – in effetti
                    – di ricevere il dispaccio in cui Muti comunicava la sospensione del




                       42  Aav, Segreteria di Stato, Napoli, 340, Cybo a Muti, Roma, 19 giugno 1688, cc.
                    124r-124. Sul lotto a Roma, che sarebbe stato definitivamente istituito nel 1731, sotto
                    il pontificato di Clemente XII, cfr. F. Colzi, La fortuna dei papi. Il gioco del lotto nello Stato
                    pontificio tra Sette e Ottocento, Editoriale scientifica, Napoli, 2004.
                       43  In risposta a tale sollecitazione (che riguardava anche il «Giuoco del Cotto»), così
                    scriveva Pignatelli: «Per quale che può dipendersi da me non ho lasciato d’esagerar al
                    possibile il danno che risulta dall’uno, e l’altro, ne lascierò di farlo tuttavia, e d’adempir
                    ogn’altra parte, che potrò stimar profittevole, perché siano per sempre aboliti, e sop-
                    pressi», Aav, Segreteria di Stato, Cardinali, 52, Pignatelli a Cybo, Napoli, 13 luglio 1688,
                    cc. 216r-216v.
                       44  Muti Papazzurri era stato nominato alla Nunziatura di Napoli nel 1682 (ricoprì
                    l’incarico fino al 1690). Gaspar Méndez de Haro y Guzmán, marqués del Carpio fu viceré
                    di Napoli dal 1683 al 1687.
                       45  Aav, Segreteria di Stato, Napoli, 103, Muti a Cybo, Napoli, 22 giugno 1688, cc.
                    488r-488v.


                                                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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