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Abolire il gioco per placare l'ira divina 199
tenido las noticias que ha hecho presentes el fracasso, hubiera Consultado a
VM lo mismo 52 .
Non mancò il dibattito tra i membri del Consejo de Estado. Benin-
teso, tutti si conformarono al parere del Consejo de Italia, ma alcuni
espressero perplessità sul cambio di posizione delle istituzioni napo-
letane, prima favorevoli all’introduzione del gioco nel Regno e ora
pronte a denunciare le «maldades»; altri argomentarono «que la Bene-
ficiada por si no puede tenerse por culpa sino el mal uso de ella». In
ogni caso, il 3 agosto a Madrid si completava l’iter istituzionale affinché
la beneficiata «se quite y prohiva para siempre en Napoles» .
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Il 19 agosto, il nunzio Durazzo poteva quindi comunicarne l’aboli-
zione. Il successo della sua iniziativa diplomatica era suffragato anche
dalla copia del biglietto che gli aveva inviato il marchese de Astorga :
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Habiendo visto Su Majestad la representacion de Vuestra Eminencia sobre
que se quitase el juego a la Beneficiada en Napoles. Ha sido Su Majestad ser-
vido de resolver et de entender a Vuestra Eminencia quanta atención à debido
à su Real animo, y Religion la interposición de su Santidad en esta materia; y
que así ha resuelto se prohibe, y quite, para siempre este juego, como causa
de tantas maldades 55 .
Il biglietto non si limitava ad annunciare l’abolizione della benefi-
ciata. Il marchese de Astorga sottolineava che il re, attraverso gli or-
gani di governo centrali della Monarchia, aveva dato disposizioni per
esaudire un’altra richiesta avanzata dal pontefice: «[Su Majestad] ha
encargado de nuevo à aquel Virrey vigile mucho en que los Prelados,
y Iglesias sean respetados con la atención, que es tan justo, por lo que
Su Majestad desea la mas igual y amigable correspondencia entre sus
Ministres, y les à Su Santidad» . Queste parole riproponevano la ri-
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sposta del Consejo de Italia alla richiesta del nunzio Durazzo di rispet-
tare i «Prelados» e l’«Inmunidad de las Iglesias» a Napoli . Se l’affaire
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dell’abolizione del gioco poteva dirsi conclusa, i propositi di Carlo II di
garantire la «igual y amigable correspondencia» tra i suoi ministri e
quelli del pontefice appaiono decisamente meno concreti. Il consenso
raccolto dal progetto di abolire la beneficiata traeva la sua forza dal
52 Ibidem.
53 Ibidem.
54 Antonio Pedro Sancho Dávila y Osorio, era stato viceré di Napoli dal 1672 al 1675.
55 Aav, Segreteria di Stato, Spagna, 167, «Copia de carta que el Señor Marques de
Astorga envió al Señor Cardinal Durazzo», c. 533, allegata alla lettera di Durazzo a Cybo,
Madrid, 19 agosto 1688, c. 532r.
56 Ibidem.
57 Ags, Estado, Nápoles, legajo 3319, 3 de agosto de 1688, f. 86.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)