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200 Alessandro Tuccillo
pervasivo paradigma provvidenzialistico applicato al terremoto napo-
letano. Per quanto si siano potute riscontrare sfumature interpretative
nelle posizioni del viceré Santiesteban e di alcuni membri del Consejo
de Estado, non fu mai messa in discussione l’opportunità di abolire
un gioco comunque pericoloso dal punto di vista sociale, al di là della
‘contingente necessità’ di placare l’ira divina. Più problematica era la
tesi di Innocenzo XI, e degli uomini a lui più vicini, secondo la quale
l’ira divina abbattutasi su Napoli andava ricondotta alla violazione
delle prerogative della Chiesa e dei suoi ministri nei territori della Mo-
narchia ispanica.
4. Le prerogative della Chiesa e l’«indignatione divina»
L’abolizione della beneficiata a seguito del terremoto del Sannio fu
solo un capitolo di un’azione di lungo periodo intrapresa dalla diplo-
mazia pontificia a Madrid. Per cogliere la portata della contesa che si
celava dietro il biglietto apparentemente conciliatorio del marchese de
Astorga bisogna ritornare al 13 giugno 1688. Quel giorno, oltre alla
lettera già analizzata sulla beneficiata , il segretario di Stato Cybo ne
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scrisse un’altra in cui sollecitava il cardinale Durazzo a ‘rappresentare’
«al Rè, ed à suoi Ministri» non soltanto il terremoto occorso a Napoli,
ma anche altri avvenimenti nefasti per la Monarquía, ovvero le «solle-
vazioni di Catalogna», i «torbidi suscitati nell’Indie dai Corsari ribelli»
e le «mosse de Mori temute imminenti sopra la Piazza importante
d’Orano». Cosa teneva insieme il «lagrimevol successo» nel Regno di
Napoli, gli strascichi della pace dei Pirenei, i problemi con i corsari
nelle Indie e quelli con le potenze barbaresche? Cybo delineava chia-
ramente la lettura unitaria che Durazzo avrebbe dovuto insinuare:
Portati in cumulo alla loro consideratione tutti questi infortunij, e pericoli
imprima più validamente ne gli animi l’apprensione dell’Ira divina, e più facil-
mente se ne possa ritrar l’affetto che Sua Santità desidera, e vuole, che
dall’Eminenza Vostra si solleciti da Sua Maestà, cioè, che la Maestà Sua ve-
dendo segni così manifesti di Dio sdegnato, faccia qualche opera insigne di
Pietà per placarlo, e che poi destramente l’Eminenza Vostra s’insinui nel sug-
gerirle che ben segnalata sarebbe quella d’abolir la Monarchia di Sicilia, se-
condo le istanze più volte fattele portar da Sua Beatitudine, potendo la Maestà
Sua far una risoluzione così giusta, e gloriosa senza alcuna sua perdita 59 .
58 Aav, Segreteria di Stato, Spagna, 357, Cybo a Durazzo, Roma, 13 giugno 1688,
cc. 344v-346r.
59 Ivi, Cybo a Durazzo, Roma, 13 giugno 1688, cc. 343v-344v.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)