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Abolire il gioco per placare l'ira divina                        201


                       In questo dispaccio, il paradigma provvidenzialistico mostra tutta
                    la sua duttilità: la curia di Roma proponeva alla corte di Madrid un’in-
                    terpretazione degli «infortunij» naturali e politici che stava subendo (o
                    che avrebbe probabilmente subito) come il segno dello sdegno di Dio
                    per le usurpazioni subite dalla Chiesa, e a tal proposito individuava
                    nell’abolizione della «Monarchia di Sicilia» una misura utile per atte-
                    nuarlo. Il nodo del conflitto era antico, aveva la sua origine nel privi-
                    legio dell’apostolica legazia in Sicilia che il pontefice Urbano II con-
                    cesse nel 1098 al re normanno Ruggiero I. In forza di questo privilegio,
                    che era servito a rompere il rapporto tra il potere degli Altavilla e la
                    Chiesa bizantina, si era delineato nell’isola un modello di dipendenza
                    del potere spirituale da quello temporale in cui il sovrano era un legato
                    apostolico. Nella prima età moderna, il controllo sulla Chiesa aumentò
                    ulteriormente con la concessione a Ferdinando d’Aragona del regio pa-
                    tronato, che gli conferiva lo ius praesentations per i vescovati e altri
                    importanti benefici ecclesiastici rappresentati nel braccio ecclesiastico
                    del Parlamento del Regno di Sicilia. La giurisdizione derivante dalla
                    legazia apostolica era amministrata dal tribunale di Regia Monarchia,
                    reso permanente da Filippo II nel 1579 e affidato a un prelato spagnolo
                    esperto in diritto. Con il tempo, le competenze di questa magistratura
                    crebbero fino a includere il possibile esame di tutte le cause giudicate
                    in prima istanza dai tribunali ecclesiastici, nonché la sospensione e
                    l’annullamento delle censure ecclesiastiche e delle scomuniche. Nono-
                    stante i forti legami della Chiesa cattolica con la dinastia asburgica di
                    Spagna e la presenza pervasiva di ecclesiastici nelle istituzioni statali,
                    la particolare situazione siciliana determinò un conflitto giurisdizio-
                    nale permanente tra Chiesa di Roma e Monarquía, che giunse fino al
                    XVIII secolo con momenti di tensione acuta .
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                       60  Tra i diversi studi disponibili sull’apostolica legazia di Sicilia e sul tribunale di Regia
                    Monarchia, oltre alle classiche monografie di G. Catalano, Studi sulla Legazia Apostolica
                    di Sicilia, Parallelo 38, Reggio Calabria, 1973 e S. Fodale, L’Apostolica Legazia e altri studi
                    su Stato e Chiesa, Sicania, Messina, 1991, sull’età moderna mi limito a rinviare a: S. Vacca
                    (a cura di), La Legazia Apostolica. Chiesa, potere e società in Sicilia in età medievale e mo-
                    derna, Sciascia, Caltanissetta-Roma, 2000; L. Scalisi, Il controllo del sacro. Poteri e istitu-
                    zioni concorrenti nella Palermo del Cinque e Seicento, Viella, Roma, 2004; M.T. Napoli, La
                    Regia Monarchia di Sicilia. «Ponere falcem in alienam messem», Napoli, Jovene, 2012; D.
                    Palermo, Nel gioco delle giurisdizioni: il Tribunale della Regia Monarchia di Sicilia nel XVII
                    secolo, «Mediterranea. Ricerche storiche», 50 (2020), pp. 697-716. Sulla Chiesa e il patro-
                    nato regio in Sicilia nel XVII secolo, cfr. F. D’Avenia, La Chiesa del re. Monarchia e papato
                    nella Sicilia spagnola (secc. XVI-XVII), Carocci, Roma, 2015. Sul ruolo degli ecclesiastici
                    nelle istituzioni della Monarchia ispanica è disponibile una vasta bibliografia. Tra i volumi
                    recenti, cfr. J. Martínez Millán, M. Rivero Rodríguez, G. Alonso de la Higuera, K. Trápaga
                    Monchet, J. Revilla Canora (eds.), La doble lealtad: entre el servicio al Rey y la obligación
                    a la Iglesia, «Revista libro de las Cort.es», 6 (2014); E. Novi Chavarria (a cura di), Ecclesia-
                    stici al servizio del Re tra Italia e Spagna (secc. XVI-XVII), «Dimensioni e problemi della
                    ricerca storica», 2 (2015); R. Valladares (ed.), La Iglesia en Palacio. Los eclesiásticos en las
                    cortes hispánicas (siglos XVI-XVII), Viella, Roma, 2019.


                                                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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