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26 Cecilia Carnino
Gonzaga Nevers, a prevalere sugli interessi e le ambizioni della Spa-
gna . Se la traduzione di Zuccati era realizzata e pubblicata quando
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Richelieu era ormai morto, essa si colloca tuttavia ancora pienamente
nell’ambito dell’influenza e del potere del cardinale, in un ben definito
progetto politico-culturale. Un progetto teso, da un lato, alla produ-
zione e circolazione di una trattatistica volta a riflettere e legittimare
le dinamiche politiche legate all’affermazione più piena dell’assoluti-
smo, dall’altro, a rinsaldare la convergenza di interessi politico-diplo-
matici tra Venezia e Francia in ottica antispagnola.
3. Reti politiche, diplomatiche e culturali tra Francia e Venezia
Il Conseiller d’Estat fu tradotto e pubblicato negli anni difficili della
guerra di Candia, che segnava la conclusione di un lungo periodo di
pace tra Serenissima e Impero Ottomano. Il conflitto spinse Venezia
non solo a ricercare un appoggio materiale e diplomatico da parte degli
stati italiani, ma anche a tentare di convincere i paesi d’oltralpe, prima
fra tutti proprio la Francia, polo fondamentale della politica europea,
a scendere in campo dalla sua parte . Come riconobbe nella sua re-
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lazione al Senato l’ambasciatore della Serenissima a Parigi, Giovanni
Battista Nani, l’appoggio ricevuto dalla Francia fu nettamente inferiore
rispetto a quanto sperato, soprattutto sul piano diplomatico . Nel
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quadro di una più generale politica non conflittuale di lunga data, av-
viata con l’alleanza franco-turca del 1525-26, gli ingenti interessi com-
merciali legati ai traffici mercantili in Levante spinsero infatti la
41 A. Barzazi, «Si quid e Gallia afferatur, avide lego». Reti intellettuali, libri e politica tra
Venezia e la Francia nella prima metà del Seicento cit.
42 Sulla politica internazionale di Venezia tra XVI e XVII secolo si veda G. Cozzi, Ve-
nezia nello scenario europeo (1517-1699), in G. Cozzi, M. Knapton, G. Scarabello (a cura
di), La Repubblica di Venezia nell’età moderna, vol. II, Dal 1517 alla fine della Repub-
blica, Utet, Torino, 1992, pp. 5-200. Per un’efficace ricostruzione della situazione nella
quale maturò il conflitto si rimanda a M. Knapton, Lo Stato veneziano fra la battaglia di
Lepanto e la guerra di Candia (1571-1644), in Venezia e la difesa del Levante da Lepanto
a Candia, 1570-1670, Arsenale, Venezia, 1986, pp. 233-241; P. Del Negro, Il leone in
campo: Venezia e gli oltremarini nelle guerre di Candia e di Morea, in S. Graciotti (a cura
di), Mito e antimito di Venezia nel bacino adriatico (secoli XV-XIX), Il calamo, Roma, 2011,
pp. 323-344.
43 Relazioni ambasciatori veneti al Senato, a cura di L. Firpo, vol. X, Spagna (1635
1738), Bottega d’Erasmo, Torino, 1979 [Relazione di Francia di Giovanni Battista Nani
ambasciatore ordinario a Luigi XIV dall’anno 1644 al 1648]. Su Nani e per una ricostru-
zione puntuale della sua azione diplomatica e della sua posizione relativamente alla
Guerra di Candia, si veda G. Candiani, Conflitti di intenti e di ragioni politiche, di ambi-
zioni e di interessi nel patriziato veneto durante la guerra di Candia, «Studi Veneziani»,
XXXVI (1999), pp. 145-275.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)