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28 Cecilia Carnino
La traduzione del Conseiller d’Estat era realizzata e pubblicata nella
primissima fase del conflitto, che vedeva il Senato muoversi ancora in
modo piuttosto compatto e deciso, nella convinzione di poter raggiun-
gere velocemente l’obiettivo di una pace dignitosa con l’aiuto della
Francia, prima dunque che la progressiva presa di coscienza delle dif-
ficoltà del conflitto e dell’isolamento internazionale portasse al pale-
sarsi dell’opposizione tra fronte neutralista e fronte interventista . La
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libertà, richiamata spesso nei discorsi dei senatori, rappresentava uno
dei punti fondanti del mito di Venezia e combattere per Candia contro
il nemico empio divenne quasi una necessità per un patriziato in crisi
di identità . L’operazione che portò alla traduzione del trattato fran-
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cese appare dunque interpretabile come un tentativo da parte di am-
bienti del patriziato marciano di rafforzare i rapporti con la monarchia
d’oltralpe, nel momento in cui quest’ultima fu percepita come princi-
pale baluardo di difesa contro la minaccia turca, nel solco più ampio
delle reti culturali e politiche che legavano in quegli anni complessi la
Repubblica di Venezia e la Francia.
Al centro di queste reti vi era l’ambasciatore francese Grémonville,
vicinissimo ai maggiori esponenti del libertinismo francese, dai fratelli
Dupuy a Naudé, a Venezia dal 1645 al 1649 , gli anni in cui maturò
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l’iniziativa della traduzione sino alla sua pubblicazione, e che durante
la permanenza nella Repubblica strinse legami, non solo formali, con
la reggente del Ducato di Mantova Maria Gonzaga. Grémonville, che
era arrivato a Venezia quando ormai la Repubblica era pienamente
coinvolta nella guerra contro l’Impero ottomano, sposò subito con con-
vinzione la causa della Serenissima. Egli percepì lucidamente come la
salvezza di Venezia dipendesse non solo dall’intervento delle altre po-
tenze, ma soprattutto dal raggiungimento di una pace generale in Eu-
ropa. «Elle – scriveva l’ambasciatore in una lettera inviata nel febbraio
del 1647 a Jacques Dupuy – ne peut soutenir à elle seule le fait d’une
guerre qui lui est insupportable […] sa ressource depende de la con-
clusion de la paix, laquelle estant en assez bon chemin, soutient en-
core un peu les esperances de ce pauvre estat» .
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50 Per una ricostruzione di queste dinamiche politiche si rimanda a G. Candiani,
Conflitti di intenti e di ragioni politiche, di ambizioni e di interessi nel patriziato veneto
durante la guerra di Candia cit.; P. Del Negro, Forme e istituzioni del discorso politico
veneziano, in Storia delle cultura veneta, vol. IV, t. II, Il Seicento, Neri Pozza Editore,
Vicenza, 1984, pp. 407-436.
51 P. Del Negro, Forme e istituzioni del discorso politico veneziano cit., pp. 407-42.
52 Su Grémonville e i suoi rapporti con i fratelli Dupuy, si veda l’ancora fondamentale
R. Pintard, Le Libertinage érudit dans la première moitié du XVIe siècle, Boivin et Cle,
Paris, 1943.
53 Lettera di Grémonville a Dupuy, 16 febbraio 1647, Venezia, Lettres autographes
de [Nicolas Bretel, seigneur] De Gremonville, ambassadeur de France à Venise, du 4
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)