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La traduzione italiana del Conseiller d’Estat                     37


                    del trattato di pace con l’Impero ottomano nel 1573 . La firma del
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                    trattato – che aveva imposto condizioni molto dure per Venezia e che
                    aveva sollevato larghe critiche nella società veneta  – era interpretata
                                                                     83
                    positivamente nel Conseiller d’Estat, come espressione di prudenza e
                    di realismo politico e il traduttore italiano cercava di rimarcare tale
                    giudizio qualificando come «prudente», aggettivo assente nell’originale
                    francese, la decisione di siglare la pace .
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                       Accanto a quelle riguardanti la rappresentazione di Venezia, le altre
                    parti sulle quali agì maggiormente il traduttore sono i capitoli dedicati
                    a temi economici, sia per l’importanza attribuita all’economico sia so-
                    prattutto  per  la  necessità  di  adattare  contenuti  e  considerazioni  al
                    contesto della Serenissima. Nella riflessione sulle fonti di entrata pub-
                    blica, l’originale francese prospettava l’opportunità per il sovrano di
                    prestare denaro «avec interest mediocre» per finanziare grandi imprese
                    commerciali,  ma  nella  traduzione  italiana  spariva  ogni  riferimento
                    all’interesse generato sul capitale prestato . La condanna di matrice
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                    cristiana del prestito in denaro e dell’interesse in realtà era stata ormai
                    da molto superata, tuttavia nella Venezia degli anni ‘40 la questione
                    prioritaria non era tanto quella del prestito ai privati di denaro pub-
                    blico, ma piuttosto quella opposta del prestito dai privati al governo
                    per far fronte alle grandi spese legate alla Guerra di Candia. Dal 1645
                    il Senato fece un ampio ricorso non solo a prestiti forzosi, che, assieme
                    ad aggravi daziari e tasse straordinarie, colpirono tutti i sudditi, ma
                    anche  al  mercato  creditizio .  Le  serie  difficoltà  che  si  profilavano
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                    all’orizzonte  per  riuscire  a  pagare  i  tassi  di  interesse  e  a  risarcire  i
                    debiti  spinsero  prudentemente  Zuccati  a  intervenire  sulla  parte  del
                    trattato che toccava la questione del prestito pubblico, eliminando in-
                    teramente il paragrafo nel quale si evidenziava la necessità per il prin-
                    cipe di provvedere puntualmente al pagamento degli interessi verso i
                    creditori . Nella medesima logica era soppresso anche il paragrafo nel
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                       82  Le Conseiller d’Estat cit., Partie I, cap. LII, «Des Traictez d’Alliance», p. 300.
                       83  M. Viallon, Guerre e paci veneto-turche dal 1453 al 1573, in L. Secchi Tarugi (a
                    cura di), Guerra e pace nel pensiero del Rinascimento (Atti del XV convegno internazio-
                    nale, Chianciano-Pienza, 14-17 luglio 2003), Franco Cesati, Firenze, 2005, pp. 47-60.
                       84  Il Consigliere di stato cit., p. 256.
                       85  Ivi, p. 201.
                       86  L. Pezzolo, Una finanza d’ancien régime. La Repubblica veneta tra XV e XVIII secolo,
                    Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2006.
                       87  «Que si l’on ne peut trouver argent sans interest, il faudra, afin d’arrester le cours,
                    pourvoir au payement du principal & interest par mesme assignation, laquelle se re-
                    mettra entre les mains de ceux qui ont presté, tant affin qu’asseurez parce : de leur deu
                    , une autre fois ils prestent plus librement: que de peur, que ceste assignation demeu-
                    rant entre les mains de ceux qui manient les affaires, elle ne soit intervertie, & que le
                    Prince perde non feulement son credit, mais qu’il le trouve au bout d’un temps chargé
                    de grands interests» (Le Conseiller d’Estat (1632) cit., p. 214).


                                                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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