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La traduzione italiana del Conseiller d’Estat 39
Albergati . La traduzione italiana contribuì a proporre, in una fase
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nella quale l’economia veneziana aveva perso ormai la posizione di pri-
mato ricoperta nel secolo precedente, un modello di sviluppo econo-
mico e insieme di potenza politica imperniato sul commercio interna-
zionale. Allo stesso tempo la traduzione si configurò come episodio non
trascurabile nel processo complesso di definizione di una terminologia
economica in lingua italiana, a partire dall’impiego di vocaboli che, pur
derivando dal latino e avendo radici antiche, si fissarono nel linguaggio
economico solo nel Seicento attraverso la lingua francese. Tra questi
operaio (ouvrier), rendita (rentes), entrata (revenus), finanza (finances)
e soprattutto commercio (commerce). Rendendo il vocabolo «com-
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merce», largamente impiegato nel trattato francese, con «commercio»,
e non utilizzando invece i termini «mercatantia» e «traffico», prevalenti
nella trattatistica italiana fino almeno a inizio Seicento, il Consigliere
di stato rifletteva la progressiva stabilizzazione tra gli anni ‘30 e ‘40
della nozione nella sua accezione economica di scambio commerciale.
Risultato di un’operazione di negoziazione tra culture differenti e in
trasformazione e insieme di adattamento di un testo per un pubblico
diverso rispetto a quello al quale si rivolgeva l’originale francese, la
traduzione italiana del Conseiller d’Estat favorì dunque una vera e pro-
pria appropriazione di un sapere utile, che finì per configurarsi come
un arricchimento non sul piano della cultura, ma anche su quello
della lingua . La traduzione italiana del trattato francese rappresenta
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tuttavia soprattutto un prodotto, o meglio un’espressione delle rela-
zioni politiche diplomatiche e culturali che legarono Venezia e Francia
negli anni ‘40 del Seicento, ma allo stesso tempo anche un percorso
per penetrarne la complessità e vivacità. La storiografia ha insistito
soprattutto sui rapporti politico-culturali tra Venezia e Francia nei
primi decenni del Seicento, imperniati essenzialmente su una forte co-
mune posizione politico-religiosa anti-spagnola. I decenni successivi
92 O. Nuccio, Benedetto Cotrugli: “etica” e “profitto” del nobilitato uomo d’affari, «Il
pensiero economico italiano», 2 (1991), pp. 280-345. Cfr. più ampiamente anche G.P.
Brizzi, Le marchand italien à l’école entre Renaissance et Lumières, in D. Roche, F. An-
giolini (a cura di), Cultures et formations négociantes dans l’Europe moderne, Éditions
de l’EHESS, Paris, 1995, pp. 199-214.
93 R. Sosnowski, Origini della lingua dell’economia in Italia. Dal XIII al XVI secolo,
FrancoAngeli, Milano, 2006. Più in generale sulla definizione di una terminologia eco-
nomica moderna nella riflessione seicentesca di matrice mercantilista, si veda L. Ma-
gnusson, Mercantilism: The Shaping of an Economic Language, Routledge, London, New
York, 1994.
94 P. Burke, Lost (and Found) in Translation. A Cultural History of Translators and
Translating in Early Modern Europe, «European Review», 15/1 (2007), pp. 83-94; id.,
Cultures of Translation in Early Modern Europe, in Cultural Translation in Early Modern
Europe cit., pp. 7-38.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)