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38 Cecilia Carnino
quale il pagamento del debito pubblico era inserito tra le spese princi-
pali dello stato, subito dopo quelle legate alla sicurezza .
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Ancora nell’ambito della riflessione sulle finanze, il traduttore eli-
minava le considerazioni sull’opportunità di non avvalersi di una fi-
gura troppo specializzata e professionalizzata per la gestione delle fi-
nanze pubbliche, dal momento che la progressiva definizione della
«profession du maniement de la bourse du Prince» avrebbe potuto im-
plicare un conflitto tra interessi privati e interessi pubblici . La rifles-
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sione doveva apparire superflua in riferimento al contesto della Sere-
nissima. La struttura costituzionale veneziana, fondata sulla sovrap-
posizione di competenze e sul reciproco controllo tra le magistrature,
comprese quelle finanziarie, che si moltiplicarono nel corso del XVI
secolo, determinò infatti una limitata professionalizzazione di coloro
che si occupavano di finanze pubbliche .
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Al di là delle operazioni di adattamento del contenuto del Conseiller
d’Estat per il pubblico italiano, e più specificamente veneziano, tradu-
cendo il trattato francese Zuccati svolse un ruolo nella circolazione
della cultura economica europea nella penisola. In un momento di
contrazione della riflessione economica degli antichi stati italiani do-
vuta anche alla progressiva marginalizzazione nei circuiti dei com-
merci internazionali, la traduzione, proponendo i contenuti e le idee
del trattato francese, finì per rilanciare in Italia spunti relativi a dibat-
titi cruciali come quello sul lusso, sulla tesaurizzazione, sul lavoro,
sulla valorizzazione del commercio e sulla compatibilità tra nobiltà e
mercatura . In quest’ultima prospettiva il Conseiller d’Estat aveva po-
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tuto trovare un punto di riferimento nella trattatistica mercantile ita-
liana quattrocentesca e cinquecentesca, a partire da Della mercatura
et del mercante perfetto di Benedetto Cotrugli e poi più ampiamente
nella trattatistica politica di inizio Seicento, da Ciro Spontone a Fabio
88 «Puis suivent les debtes, que ie mets apres les Charges necessaires pour la seu-
reté, dautant que le moien deces Charges l’Estat n’est asseuré, les debtes ne pourront
estre asseurees» (ivi, p. 250).
89 «Il y a, outre cela, une faute ordinaire qui se fait en ce subjet en plusieurs Estats;
qui est, que lon fait un mestier à part, & une profession du maniement de la bourse du
Prince. De façon que celuy qui s’y met, se dresse comme à une science pour faire ses
affaires; ce qu’il ne peut faire qu’au dommage du public: Ainsi plus ils y vieillissent plus
ils y sont sçavans, c’est à dire preiudiciables à l’Estat» (Le Conseiller d’Estat (1632), pp.
258-59).
90 A. Zannini, Il sistema di revisione contabile della Serenissima. Istituzioni, perso-
nale, procedure (secc. XVI-XVIII), Albrizzi, Venezia, 1994, pp. 156 sgg.
91 A. Zannini, Burocrazia e burocrati a Venezia in età moderna: i cittadini originari
(secc. XVI-XVIII), Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, Venezia, 1993, pp. 69 ss; G.
Gullino, I patrizi veneziani e la mercatura negli ultimi tre secoli della Repubblica, in G.
Borelli (a cura di), Mercanti e vita economica nella Repubblica veneta (secoli XIII-XVIII),
Banca popolare di Verona, Verona, 1980, vol. II, pp. 401-451.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)