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                studi particolari sono più scarsi , anche se i riferimenti memorialistici e
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                letterari sono estremamente abbondanti. Forse li riassume meglio uno
                scritto autobiografico di Žabotinskij , che esalta il ruolo di italiani, fran-
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                cesi e greci nel costruire la città, consapevole però che «l’édification de
                notre  ville  est  le  résultat  d’un  processus  complexe.  Sept  peuples,  au
                moins, se sont unis en faisant don qui de son génie, qui de sa sueur afin
                de fonder cette perle de l’univers [...] Mais en n’évoquant que ces sept
                peuples, j’en ai involontairement offensé cinq ou six autres».
                   Come stupirsi, quindi, se più popoli possono avanzare una rivendica-
                zione sulla città di Odessa?

                [...] ils ont en tout honneur et sincérité participé, sous un soleil souriant et parmi
                les odeurs de la mer, des acacias et de l’ail, à l’édification de ma ville, véritable
                enfant de la Société des nations même si l’enfant est né avant celles qui en furent
                les mères.

                   Se il tema della grecità di Odessa resta più legato alla scelta della sua
                denominazione, con il chiaro rimando alla classicità, all’antichità degli
                insediamenti greci in quelle zone , il tema dell’italianità di Odessa è stato
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                introdotto in campo storiografico da Anna Makolkin, che la definì «the
                last Italian Black Sea colony» , lamentando il fatto che del ruolo degli
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                «italiani» nella sua fondazione, nel suo accrescimento e soprattutto ab-
                bellimento non si tenesse conto, non solo in Russia e in Ucraina, ancor
                prima del 1991, ma anche in Occidente, Italia compresa. Gli strali della
                Makolkin sull’oblio degli italiani non erano affatto infondati: quante volte,
                anche  a  livello  divulgativo,  specie  in  ambito  anglosassone  o  slavo,  si
                omette il riferimento agli italiani e al loro ruolo? Giustamente Aldo Ferrari
                ha sottolineato il debito che Odessa ha nei confronti degli italiani, ricor-
                dando, accanto a coloro che operavano in campo commerciale e marit-
                timo, anche gli artisti, i pittori, gli attori, i musicisti che furono attivi in
                città lungo tutto l’Ottocento, nonché la comprovata diffusione dell’italia-


                   21  Il miglior quadro di riferimento resta il libro di P. Herlihy, Odessa. A History. 1794-
                1914 cit.
                   22  Vladimir Zeev Žabotinskij, Ma Capitale (estratto tradotto da Boris Czerny), in F. Conte
                e  F.  Gréciet  (éd.),  Les  chemins  d'Odessa,  «Cahiers  slaves»,  n.  14  (2016),  pp.  259-261,
                www.persee.fr/issue/casla_1283-3878_2016_num_14_1
                   Il brano di Žabotinskij è tratto dallo scritto autobiografico che Ž. scrisse con lo pseudo-
                nimo  Altalena:  Causeries,  Art  Voltaire,  Paris,  1930  (in  russo).  Cfr.  http://www.lit-
                mir.net/bd/?b=131680
                   23  Non mancano tuttavia riferimenti in molti testi sulla storia d’Odessa alla comunità
                greca e alle sue vicende. Si veda ad es. The Greeks of Odessa: Diaspora Leadership in late
                Imperial Russia, East European Monographs, Boulder, CO; New York, NY, distributed by
                Columbia University Press, 2004.
                   24  A. Makolkin, A History of Odessa, the Last Italian Black Sea Colony, The Edwin Mellen
                Press, Lewiston, NY, 2004.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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