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Per una storia della città di Odessa 51
terraneo e più in generale la Russia al mondo. La zarina tedesca era molto
aperta alle influenze politiche e culturali italiane e soprattutto alla
possibilità che gli Stati italiani potevano offrirle nel gioco strategico e
commerciale che intraprendeva in Europa. Nel suo slancio di
modernizzare la Russia per farne una grande potenza, Caterina II non
disdegnava di ascoltare consigli dei personaggi più diversi e così fu nel
caso di de Ribas, cui accordò piena fiducia.
Le ragioni della scelta di Chadžibej e di Yeni-Dünya sono ben spiegate
da Charles King nel suo libro su Odessa: il sito era vicino alle foci dei
maggiori fiumi dell’Europa orientale , quali il Danubio, il Dnestr, il Dnepr,
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il Bug. Il villaggio di Chadžibej era un luogo di passaggio delle greggi che
pascolavano lungo le rive meridionali, dei prodotti agricoli provenienti dalla
Volinia, dalla Podolia e anche del traffico commerciale proveniente dalla
Polonia e dal Mar Baltico. Ma, soprattutto, l’ampiezza della baia, la
profondità delle acque, il clima dolce, l’accesso immediato al mare aperto
offrivano la condizione unica in Russia per l’installazione di un porto
accessibile tutto l’anno da parte di ogni genere di imbarcazione.
Secondo Charles King, fu de Ribas – influenzato probabilmente dalla
scoperta avvenuta poco prima della sua nascita del sito di Pompei – che
propose di chiamare la costituenda città “Odessos”, dal nome d’una
antica colonia greca del Mar Nero ; nel 1795 il nome divenne uffi-
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cialmente “Odessa”, «versione femminile di un nome che resterà associato
per sempre all’antico Odisseo, l’astuto guerriero e navigatore greco», per
volontà dell’imperatrice .
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De Ribas poté dar corso ai lavori seguendo il piano disegnato
dall’ingegnere – definito “di nazione olandese” – Frans de Wollant . Due
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stranieri furono dunque all’origine di Odessa, due personaggi che avevano
trovato nella Russia di Caterina II la possibilità di dispiegare le proprie
capacità. È senz’altro sbagliato affermare che fu de Ribas a disegnare il
piano della città o a chiamare a Odessa specialisti dall’Italia – come
ingegneri ed architetti –, anticipando sviluppi che si ebbero invece
nell’epoca successiva , ma è errato anche sminuirne il ruolo. Fu infatti de
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40 Ch. King, Odessa cit., p. 34.
41 Il sito di Odessus si trova presso Varna (Bulgaria). Sull’attribuzione a de Ribas del
nome non vi è concordia. Era del resto una prassi emergente all’epoca di Potëmkin, come
riconosce lo stesso King, per tutte le nuove città della steppa o del Mar Nero, trovare un
toponimo greco, in genere però maschile, che veniva russificato.
42 Ch. King, Odessa cit., p. 36. Anche di questo fatto, riportato in molti testi antichi e
moderni, non v’è certezza.
43 De Wollant era d’origine brabantina, d’Anversa; il suo nome era forse François-Paul
Sainte de Wollant. In Russia fu chiamato Franz Pavlovič de Vollan o De Voland (De-Voland)
o Devolan e anche Sent-Devolan.
44 Come A. Makolkin nei suoi lavori. Si veda la recensione molto critica – e fondata – di
P. Herlihy (Book Reviews, «Canadian Slavonic Papers», vol. 50, n. 3-4, (2008), pp. 499-598,
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)