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52 Giulia Lami
Ribas a decidere la prima organizzazione della città, «acquistando lui stesso
due lotti in via Pol’skaja» . In generale si parla della città e del suo porto
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come un tutto unico, anche se nella realtà la loro costruzione non
procedette simultaneamente e quindi andrebbe studiata separatamente .
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De Ribas inviò il 4 giugno 1796 una lettera – tradotta dal francese e
pubblicata dal suo pronipote Alessandro de Ribas, letterato e studioso di
Odessa –, all’ambasciatore russo presso la corte di Vienna, Andrej
Kirillovič Razumovskij, in cui spiegava come il peso della costruzione della
città e del porto ricadesse su di lui, a partire dal 22 agosto del 1794,
quando erano iniziati i lavori. Scriveva che ormai era avviata, secondo i
progetti e i piani di de Wollant, ma sotto la propria supervisione, la
costruzione della quarantena, della dogana, della borsa, dell’ospedale,
della magistratura, degli arsenali, delle chiese e affermava che sarebbe
stata ultimata entro l’anno; il molo principale, invece, con tutta
l’attrezzatura, sarebbe stato completato nel 1797 .
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Sottolineiamo che, nella stessa lettera, de Ribas parlava anche
dell’importanza strategica della città e del suo porto, nel doppio aspetto
commerciale e militare, su cui in genere le fonti non si soffermano:
Odessa, da cui si poteva raggiungere Costantinopoli in 48 ore, «con vento
normale», era protetta da una linea che si appoggiava alle fortezze sul
Dnestr di Ovidiopol’, di fronte a Akkerman (Bilhorod-Dnistrovs'kyj in
Ucraina) e di Tiraspol’, di fronte a Bender (Tighina, in Transnistria).
De Ribas si era assunto un grande impegno, che confidava di portare
a termine senza problemi, ma con la scomparsa, proprio nel 1796, della
sua protettrice Caterina II le sue fortune declinarono, perché il nuovo
imperatore Paolo I, come è noto, procedette subito a liberarsi dei servitori
dello Stato dell’epoca precedente. Il fatto è che de Ribas era comunque
uno straniero, utile forse, ma mal visto da tutti coloro che non
sopportavano la politica di cooptazione decisamente “cosmopolita” di
Caterina II. Non è un caso che anche l’ingegner de Wollant avesse a patire
una sorta di persecuzione, di cui scrisse nei suoi diari oggi pubblicati .
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Il giudizio di Charles King è categorico: il progetto d’Odessa fu
abbandonato e il sogno di de Ribas di fondare una sorta di «Napoli
orientale» declinò; in realtà, dopo un triennio di stasi, si decise di
riprendere i lavori, anche sulla base di un rapporto favorevole, sostenuto
pp. 538-539) a A. Makolkin, The Nineteenth Century in Odessa: One Hundred Years of Italian
Culture on the Shores of the Black Sea (1794-1894), The Edwin Mellen Press, Lewiston, NY,
2007.
45 G. Moracci, Una famiglia di frontiera cit., p. 14.
46 Per quanto indirizzato al grande pubblico, interessante, per documenti e disegni, è N.
Gleb-Košanskij, Port i Odessa. 200 let. Iz istorii porta, goroda i kraja [Il porto e Odessa. Due-
cento anni. Dalla storia del porto, della città, della regione], Vist’, Odessa, 1994.
47 A.M. De Ribas, Staraja Odessa cit., p. 15.
48 F. de Vollant (Frans de Wollant), Essay of my service in Russia, 1787-1811 cit.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)