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Venezia e la globalizzazione (secoli XVII-XVIII)                 285


                    terra e di Svetia, e li Stati d’Hollanda» . Non conosciamo gli esiti di
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                    quest’altra  avventura  individuale,  ma  il  silenzio  delle  fonti  non  ci
                    fanno ben sperare.
                       È difficile comunque se non impossibile concludere, sulla base di
                    queste fallimentari iniziative, quale delle due Repubbliche, Venezia o
                    Genova, reagisse in modo appropriato (o potesse ?) all’impatto con i
                    paesi concorrenti, chiedendosi sino a che punto fossero riuscite a non
                    danneggiare in misura irreparabile le rispettive basi economiche (ri-
                    nuncerei qui a ogni analisi di tipo sociale o istituzionale, sebbene non
                    sarebbe  certo  inopportuno  farlo).  Eguale  spettro  di  indagini  si  po-
                    trebbe estendere al caso della Toscana medicea   o alle fortune del
                                                                     28
                    suo porto, Livorno, il quale divenne un hub fondamentale nell’arrivo
                    delle merci dall’Europa occidentale e nell’esportazione dei prodotti me-
                    diterranei  .
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                    4. La penisola balcanica

                       Se quindi il Mediterraneo restava un mare conteso e da dividersi
                    con altri concorrenti, l’Adriatico restava, almeno come auspicio stra-
                    tegico,  la  naturale  estensione  delle  acque  territoriali  veneziane.  In
                    realtà anche in questo contesto marittimo la Dominante era cosciente
                    che doveva confrontarsi con le ambizioni dell’Impero ottomano il quale
                    mirava a estendere la propria influenza nella penisola balcanica, al-
                    meno sino alla frontiera serba. Ambizioni geopolitiche che si realizza-
                    vano sia attraverso una religione islamica che penetrava nei territori
                    conquistati, sia con un format militare di prima grandezza, sia con le
                    sue proprie manifatture, come bene hanno messo in rilievo gli studi di
                    un’ampia schiera di storici turchi non ultima Suraiya Faroqhi  .
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                       27  L.T. Belgrano, A. Neri, Giornale ligustico di archeologia, storia e belle arti, anno
                    secondo, R. Istituto sordo-muti, Genova, 1875, pp.121-136.
                       28  Gli ambasciatori russi in Toscana, nel momento in cui volevano stringere rapporti
                    commerciali più stretti con le città italiane, guardavano proprio alla Repubblica di Vene-
                    zia e al porto di Arcangelo come sbocco preferenziale nell’esportazione di prodotti di lusso
                    (S. Villani, Ambasciatori russi a Livorno e rapporti tra Moscovia e Toscana nel XVII
                    secolo, «Nuovi Studi Livornesi» 14 (2008), pp. 37–95). Ringrazio l’autore per questa
                    segnalazione, che invita a guardare in modo più articolato e convergente alle politi-
                    che di carattere espansivo e coloniale degli antichi stati italiani.
                       29  G. Pagano De Divitiis, English Merchants in Seventeenth-Century Italy, Cambridge
                    University Press, Cambridge, 1997; Trivellato, The Familiarity of Strangers cit., p. 127.
                       30  Tali relazioni debbono in effetti essere considerate nella loro duplice direzione e
                    non essere considerate come semplice importazione di beni e prodotti da parte vene-
                    ziana o europea: Faroqhi, A Cultural History of the Ottomans: The Imperial Elite and its
                    Artefacts, I.B. Tauris, London, 2016, pp. 1–42; Eadem and G. Veinstein, Merchants in
                    the Ottoman Empire, Peeters, Paris, 2008.


                                                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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