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                una sorta di equilibrio nella gestione del potere economico impedì a Ve-
                nezia l’affermazione di una sola istituzione, la quale in definitiva sembrò
                identificarsi tout court con i destini di Genova .
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                   Nonostante tutto ciò era nell’ambito di Genova e dei suoi magnati
                che prendeva corpo una iniziativa commerciale sulla falsariga di quelle
                Compagnie  che  andavano  a  svolgere  un  ruolo  fondamentale  nel-
                l’espansione di questi secoli. A metà ‘600 era istituita in effetti una
                «Compagnia delle Indie Orientali» la quale non solo seguiva l’esempio
                della, in questi decenni ormai affermata, VOC olandese, ma con essa
                stringeva, almeno sotto il profilo commerciale e finanziario, una diretta
                alleanza. Tale impresa, iniziata nel 1647, doveva tuttavia concludersi
                pochi anni dopo, nel 1650, allorquando giunte le due navi nel porto di
                Batavia, la San Giovanni Battista e la San Bernardo, esse venivano
                sequestrate dalle autorità olandesi in quanto considerate agenti di una
                potenza straniera (una prassi seguita dalla VOC con ogni competitore
                che mettesse in pericolo le proprie strategie commerciali, chiaramente
                di carattere monopolistico). A nulla valsero le proteste dei finanziatori
                genovesi spalleggiati dal governo della città ligure presso Amsterdam.
                Di conseguenza le fortune della Compagnia si spensero sul nascere e
                nulla, almeno sotto il profilo organizzativo che richiamasse la forma-
                zione di una Compagnia commerciale, fu più intrapreso in quei mari,
                sebbene  Genova  avesse  auspicato  un  maggior  dinamismo  nei  com-
                merci con l’Oriente, soprattutto con il Giappone  .
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                   Né migliore risultati conosceva l’impresa, del tutto individuale, di
                Tommaso Skynner, il quale proponeva alla città di occupare e colo-
                nizzare un’isola nell’Oceano Indiano, grazie all’aiuto di un fratello re-
                sidente in India così da trarre quei vantaggi e profitti che ormai da
                tempo ottengono «i re di Spagna, di Portogallo, di Francia, d’Inghil-


                   25  G. Felloni (ed.), La Casa di San Giorgio : Il potere del credito, (Atti del Convegno,
                Genova, 11-12 novembre 2004), Società ligure di Storia Patria, Genova, 2006 ; Braudel,
                Les jeux de l’échange cit., p.465; C. Taviani, «Hanno levato l'amore dal comune e postolo
                a San Giorgio». L’immagine del comune e della Casa di San Giorgio di Genova, in Libertà
                e  dominio.  Il  sistema  politico  genovese:  le  relazioni  esterne  e  il  controllo  del  territorio,
                Viella, Roma, 2011, pp.281–304.
                   26  Sin dagli inizi questi accordi evidenziavano un chiaro ruolo subordinato in quanto
                Genova  acquistava  ad  Amsterdam  le  due  navi  che  avrebbero  dovuto  solcare  i  mari
                d’Oriente. Cinque finanziatori genovesi avevano investito una somma di 312.000 reali
                (G. Pessagno, La grande navigazione olandese al XVII secolo. «La Compagnia delle Indie
                Orientali» (1647-1650), «Genova. Rivista Municipale», Anno X, N.8 (1930), pp. 641-647;
                D. Presotto, Da Genova alle Indie alla metà del Seicento, in Atti della Società ligure di
                storia patria, Nuova Serie, IX, LXXXIII (1969), pp.71-91). Sulle ambizioni genovesi nel
                raggiungere i mercati asiatici attraverso le rotte polari cfr. L. Tommaso Belgrado, Opu-
                scoli di Benedetto Scotto. Gentiluomo genovese circa un progetto di navigazione per set-
                tentrione alla China ed alle Indie Orientali, editi nel principio del secolo XVII, in Atti della
                Società ligure di storia patria, V, Fasc. 10 (1869), pp.277-353.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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