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I vini piemontesi nel Nuovo Mondo: le prime spedizioni ottocentesche   433


                    Sicilia, Corsica e Provenza, che peraltro venivano quasi sempre alterati
                    dai  mercanti,  avevano  perso  parecchio  terreno  in  questa  parte  del
                    Nuovo Mondo. Ad ogni modo, non se la passavano affatto meglio i vini
                    piemontesi: il pregiudizio, la noncuranza e l’inesperienza dei viticoltori
                    avevano infatti privato il Regno dei lucri che sarebbero potuti derivare
                    dall’export americano dei buoni vini dell’Astigiano, del Monferrato e del
                    Canavese .
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                       Per smentire la falsa credenza dei vini piemontesi non adatti ad
                    affrontare le lunghe traversate oceaniche, nel 1819 e nel 1821 Gaspare
                    Deabbate fece arrivare a Philadelphia diversi barili di vino della Fra-
                    schetta di Alessandria, una parte nel suo stato naturale e un’altra raf-
                    forzata  con  dell’acquavite;  assoggettato  alla  chiarifica  col  bianco
                    d’uovo,  il  vino  della  Fraschetta  fu  gradito  dagli  statunitensi  in  en-
                    trambe le sue varietà e venduto con profitto nella città dell’amore fra-
                    terno .
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                       Per avvalorare ulteriormente la propria tesi, Deabbate inviò sei bot-
                    tiglie della stessa qualità di vino a Thomas Dent, agente inglese del
                    Regno di Sardegna a Canton (Cina), pregandolo prima di degustarlo e
                    poi di rispedirglielo; durante la traversata il capitano Hewitt, coman-
                    dante della nave statunitense ʻAddisonʼ, ruppe una delle sei bottiglie,
                    ma Dent ebbe comunque modo di degustare insieme a dei connazio-
                    nali il buon vino della Fraschetta («the wine is of fine flavor») e di ri-
                    spedire le rimanenti quattro bottiglie a Philadelphia . Infine, approfit-
                                                                      33
                    tando della partenza della nave ʻRichmondʼ, comandata dal capitano
                    Reynegan e diretta a Marsiglia, il 14 settembre 1822 Deabbate indi-
                    rizzò agli Esteri la cassetta contenente il vino di ritorno da Canton :
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                    «quel vino avendo così fatto un passeggio di 30.000 miglia e più per
                    mare, proverà coi fatti di qual natura siano le teorie nostre rapporto
                    alle lunghe traversate di mare di questo nostro prodotto» . Difatti:
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                       31  Gaspare Deabbate era convinto che per colmare il gap vinicolo con Francia, Por-
                    togallo e Spagna bisognasse iniziare al più presto a fare delle spedizioni: «il solo vantag-
                    gio reale che quelle nazioni hanno su di noi è si quello di aver saputo cominciare, e che
                    cominciando seppero trovar la via ed i mezzi onde affrettar l’entrata de’ fondi». Ast, Cn
                    Filadelfia, mazzo 1, Filadelfia, 1 marzo 1822.
                       32  Ast, Cn Filadelfia, mazzo 1, Filadelfia, 7 giugno 1820, n. 11. Per saggiare la tenuta
                    del vino piemontese anche nel viaggio di ritorno, una bottiglia di vino Marengo fu suc-
                    cessivamente  caricata  da  Gaspare  Deabbate  a  bordo  del  brigantino  americano  ʻFire
                    Oceanʼ, comandato dal capitano Gordon, e rispedita a Genova. Una bottiglia di vino
                    della Fraschetta di Alessandria (raccolta 1820) fu invece inoltrata dallo stesso console a
                    Nizza. Ivi, mazzo 1, Filadelfia, 25 novembre 1820, n. 22 e 2 marzo 1822, n. 45.
                       33  Ivi, mazzo 1, Canton, 15 marzo 1822.
                       34  Ivi, mazzo 1, Filadelfia, 20 settembre 1822, n. 51.
                       35  Ivi, mazzo 1, Filadelfia, 4 agosto 1822, n. 49.


                                                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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