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Venezia e la globalizzazione (secoli XVII-XVIII)                 287


                    te . Sicuramente rilevanti furono poi i contatti e gli scambi fra le due
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                    sponde dell’Adriatico svolti dai porti dalmati e non ultima da Ragusa,
                    la quale vantava una sua autonoma flotta di trasporto nel Mediterra-
                    neo. Vie marittime alle quali si sarebbero aggiunte nel corso del Sette-
                    cento direttrici terrestri le quali, dopo la Pace di Passarowitz e su ini-
                    ziativa asburgica, avrebbero collegato Istanbul alle fiere di Leipzig via
                    Salonicco, Budapest e Vienna . In questo gioco complesso fra Vene-
                                                  34
                    zia, Ragusa e l’Impero ottomano non si dovrà certo dimenticare la pre-
                    senza di altri concorrenti ai danni della Serenissima, vale a dire i porti
                    di Ancona e Livorno, tutte realtà da indagare adeguatamente.


                    5. L’Impero ottomano e i Greci

                       Che l’Impero ottomano rappresentasse comunque il principale at-
                    tore in questo scenario dalle molte comparse è questa la conclusione
                    ineludibile nel momento in cui si vuole analizzare il ruolo e la presenza
                    di Venezia nel Mediterraneo Orientale, dove si doveva elaborare una
                    strategia ancor più complessa che nell’area adriatica. Introdurre poi
                    l’Impero ottomano significa aprire una pagina di storia forse da riscri-
                    vere, con fonti non limitate a quelle occidentali  . Occorre infatti sot-
                                                                   35
                    tolineare come l’Impero ottomano certamente si trovasse a misurarsi
                    con il mondo europeo ma al contempo esso si collocasse in una posi-
                    zione geografica che lo induceva a guardare con le sue proprie strategie
                    e con il suo proprio settore manifatturiero a tutta quell’area che si
                    estendeva sino al subcontinente indiano . Se quindi sulla base della
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                    nostra documentazione e capacità di analisi il fuoco resta Venezia, sa-
                    remmo convinti che se ci trovassimo sulle rive del Bosforo e ci rivol-
                    gessimo  a  una  documentazione  più  ampia  il  quadro  interpretativo
                    complessivo risulterebbe sicuramente più sfumato.
                       In questo contesto, parallelamente alla Dominante Francesi, Inglesi
                    e Olandesi non erano certo competitori inoffensivi nell’ambito delle re-
                    lazioni con l’Impero ottomano. Né si può dimenticare il ruolo dell’Impe-


                       33  R. Paci, La «scala» di Spalato e il commercio veneziano nei Balcani fra Cinque
                    e Seicento, Deputazione di Storia Patria, Venezia, 1971, spec. pp. 14 e 80.
                       34  M. Aymard, Venise, Raguse et le commerce du blé pendant la seconde moitié du
                    XVI e  Siècle, SEVPEN, Paris, 1966; M. Moroni, L' impero di San Biagio. Ragusa e i com-
                    merci balcanici dopo la conquista turca (1521-1620), Il Mulino, Bologna, 2012; Harlaftis,
                    Black Sea and its maritime networks cit.
                       35  Era questa la prospettiva già annunciata da Fernand Braudel ( La Méditerranée
                    et le monde méditerranéen à l’époque de Philippe II, Armand Colin, Paris, 1949); v. anche
                    V. Costantini, Il sultano e l'isola contesa cit, p.3 .
                       36  G. Casale, The Ottoman Age of Exploration, Oxford University Press, Oxford, 2010;
                    F. Braudel, Civiltà e imperi del Mediterraneo cit., vol. secondo, pp.1260-1262.


                                                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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