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                ricchezze minerarie che si nascondono nell’interno della superficie del
                suo fondo non si concilia con nessuno dei criteri di economia e di ci-
                viltà che possono informare il sistema di una buona legislazione» .
                                                                               60
                   Il settore continuò a reggere, al di là delle crisi periodiche, perché
                poteva attingere da un ampio bacino di manodopera bracciantile mal
                remunerata, su cui invariabilmente venivano scaricati gli effetti della
                fluttuazione del prezzo del minerale sui mercati internazionali ; e non
                                                                            61
                secondariamente perché la Sicilia si trovava in una situazione di mo-
                nopolio senza reali concorrenti, anche se gli sviluppi della chimica co-
                minciavano a far intravedere delle alternative. Era già avvenuto per la
                soda naturale, fondamentale per la fabbricazione del vetro, che prima
                dell’invenzione  del  metodo  Leblanc  veniva  ottenuta  da  una  pianta
                molto diffusa nelle zone costiere della Sicilia . Con straordinaria lun-
                                                           62
                gimiranza Giuseppe de Welz prefigurava lo stesso destino per l’indu-
                stria mineraria «se la Sicilia non si occuperà seriamente a migliorare i
                suoi zolfi, e ad offrirli a prezzi più miti»:

                   Dice Humbolt, che in America (nell’America meridionale) vi sono sei, o sette
                volcani da dove ben presto quegli abitanti ricaveranno prodigiosa quantità di
                zolfi. Avanzati come sono nelle arti, e nelle scienze, e pieni di attività, e di
                industria, sapranno come ben purificarlo, e ridurlo ad una qualità che potrà
                essere la più ricercata. Non sono panici questi timori, ma fondati nel corso
                naturale delle cose, e ne’ calcoli istituiti sugli sforzi che fanno i popoli di ac-
                quistar la preferenza nel commercio. Gl’Inglesi, che ne sono per la maggior
                parte compratori, abbandoneranno i suoi zolfi alla Sicilia, quando l’America
                gli offrirà loro con maggiore utilità 63 .

                   Quanto paventato si verificò in maniera puntuale nell’arco di pochi
                decenni. Il monopolio siciliano sugli zolfi fece sì che le principali po-
                tenze economiche si adoperassero al fine di reperire attraverso sistemi
                e canali alternativi le materie prime di cui necessitavano le rispettive



                   60  Ibidem.
                   61  «A noi rimane l’unica speranza, che alcuni picconieri dell’interno si contentino di
                ribassar la man d’opera per non lasciare le lor famigliole, e gli abituri nativi», Riflessioni
                d’un proprietario di cave di Sicilia sulle modificazioni del contratto sancito presentate dal
                Signor Aimè Taix, Stamperia di M. Vara, Napoli, 1839, p. 23. Cfr. G. Barone, Formazione
                e declino di un monopolio naturale. Per una storia sociale delle miniere di zolfo,  in  S.
                Addamo (a cura di), Zolfare di Sicilia, Sellerio, Palermo, 1989, pp. 61-116.
                   62  «Questa pianta è indigena. I Francesi colla loro soda artificiale ci hanno strappato
                un commercio poco fa estesissimo importantissimo; ed ora quasi limitato con Napoli; e
                sebbene una tal perdita sia compensata dallo zolfo pure sempre il nostro commercio ne
                ha risentito un danno», S. Salafia, Sulla industria della Nazione Siciliana. Discorso eco-
                nomico-politico-filosofico, Tipografia e Legatoria Roberti, Palermo, 1839, p. 154.
                   63  G. de Welz, Saggio su i mezzi da moltiplicare prontamente le ricchezze della Sicilia,
                Stamperia di F. Didot, Parigi, 1822, pp. 62-63.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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