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                biografico, pubblicato nel 1839 dal letterato Bernardo Serio, appren-
                diamo della laurea in Legge conseguita a Catania e di una precoce e
                mai sopita predilezione per la musica, che lo accompagnerà per tutta
                la vita . Compositore egli stesso, Pisani è l’autore dell’inno borbonico
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                (Inno del re), composto per il rientro di Ferdinando «dallo esilio» della
                tenuta di caccia della Ficuzza, presso Corleone .
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                   Erudito di gusto eclettico e passione antiquaria, musicologo colto e
                dalle frequentazioni letterarie, grande promotore della vita musicale


                Biografie e ritratti d’illustri siciliani morti nel cholera l’anno 1837, a cura di A. e V. Linares,
                G. Alleva Librajo Editore, Palermo, 1838, pp. 128-139. Un dettagliato profilo di Pisani
                appare nel 1840 in Vite e ritratti degli uomini celebri di tutte le nazioni, Opera di molti
                letterati italiani, ampliata e corredata da note storiche e geografiche da Luigi Jaccarino,
                Tipografia G. Nobile, Napoli, 1840, vol. I, («Pietro Pisani»), pp. 565-624. Pisani scrisse le
                Istruzioni per la novella Real Casa dei Matti in Palermo, Società Tipografica, Palermo,
                1827; cfr. inoltre Guida per la Real Casa dei Matti di Palermo scritta da un frenetico nella
                sua  convalescenza,  Stamperia  Muratori,  Palermo,  1835,  scritta  da  un  autore  che  si
                firma «Roberto», un ex degente (probabilmente si tratta di una finzione), e che contiene
                in appendice una Lettera del barone Pietro Pisani direttore della Real Casa de’ Matti di
                Palermo al dottore Moore di Londra sul trattamento della follia, 1838; P. Inzenga, Poche
                considerazioni sul dubbio se la cura morale della follia introdotta dal Pisani nella Real
                Casa dei Matti di S. Teresa sia stata messa in opera a Vanves presso Parigi, «Giornale di
                scienze lettere e arti per la Sicilia», 43, 1833, pp. 278-285 e Id., Breve descrizione della
                Real Casa dei Matti di Palermo, e del nuovo metodo tenuto dal barone Pietro Pisani nel
                curar la follia, «Giornale di scienze lettere e arti per la Sicilia», 47, 1834; B. Salemi-Pace,
                Cenni biografici sul barone Pietro Pisani, Virzì, Palermo, 1878; G. Mora, Pietro Pisani and
                the Mental Hospital of Palermo in the early 19th century, «Bullettin of the History of Me-
                dicine», 3, 1959, pp. 230-248; A. Giumento, Pietro Pisani, in Ritratti di siciliani illustri,
                vol. II, Mori, Palermo-Roma, 1969, pp. 85-93; M. Petrocchi, La costruzione e la legisla-
                zione della Real Casa dei Matti di Palermo sotto l’illuminato governo borbonico, in Atti del
                XXVII congresso di storia della medicina (Caserta-Capua-Salerno, 12 settembre 1975),
                Museo Campano, Caserta, 1977; G. Casarrubea, Società e follia (la transizione: 1824-
                1875), Cooperativa Socio-Sanitaria «Spazio-Salute», Partinico, 1984; G. Agnetti, A. Bar-
                bato, Il barone Pisani e la Real Casa dei Matti di Palermo, Sellerio, Palermo, 1987 (cfr.,
                degli stessi autori, Pietro Pisani 1760-1837, in M. Maj, F.M. Ferro (a cura di), Antologia
                di testi psichiatrici italiani, Marietti, Genova, 2003, pp. 23-31); W. Funnell, V. Antonelli,
                R. D’Alessio, R. Rossi, Accounting for madness: the «Real Casa dei Matti» of Palermo 1824-
                1860, «Accounting, Audition & Accontability Journal», 2017, vol. 30, pp. 1111-1141,
                ripubblicato in M. Bigoni, W. Funnell (eds.), The Italian and Iberian Influence in Accoun-
                ting History: The Imperative of Power, Routledge, New York, 2018.
                   2  «Non aveva che dodici anni quando a caso gli capitò per le mani un metodo per
                imparar di musica senza maestro, e fu per lui l’acquisto di un tesoro. E mentre notte e
                dì ruminava motivi, armonie, e all’insaputa del padre si esercitava sul pianoforte, atten-
                deva frattanto alle lettere sbadatamente» (A. Linares, Pietro Pisani, cit., p. 132).
                   3  È Linares a ricordare Pisani come autore dell’inno. Anche nelle Vite e ritratti degli
                uomini celebri di tutte le nazioni di Luigi Jaccarino, opere uscita a Napoli nel 1840, Pisani
                è ricordato come l’autore dell’inno (tomo V, pp. 615-616). Sulla questione dell’inno, a lungo
                attribuito a Paisiello, ma anche a Cimarosa, cfr. A. De Simone, Storia dell’inno borbonico.
                La controversa questione degli inni del Regno di Napoli tra Rivoluzione e Restaurazione, De
                Frede Editore, Napoli, 2020.   Ricordiamo che l’attribuzione dell’inno a Pisani, confermata
                da A. De Simone nella mostra «Napoli, di lava, di porcellana e musica» apertasi nel Museo
                di Capodimonte nel settembre del 2019, ha sollevato la reazione degli ambienti neoborbo-
                nici, da cui è pervenuta una lettera di protesta indirizzata al direttore Sylvain Bellenger.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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