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Pietro Pisani e la Real Casa dei Matti (1824-1837) 473
un preciso regolamento interno. La visione istituzionale, per tradizione
polarizzata tra il custodialismo asilare e la cura, prospettava una teoria
manicomiale attenta al miglioramento generale delle condizioni ambien-
tali, che avrebbe reso il ricovero più sostenibile e implementato la presa
psicologica sull’alienato, ottenendone il risanamento .
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Si intrecciano qui gli argomenti della psichiatria del primo Otto-
cento, che difende l’efficacia terapeutica della segregazione, com-
prende l’importanza dell’isolamento del malato dall’ambiente che ha
prodotto la follia e traduce così in forma secolare quei concetti di di-
stacco e di disciplina che erano stati degli ordini monastici e della
chiesa tridentina – attuandone, nel passaggio dalla pietà alla terapia,
una traduzione mondana – e la questione delle soluzioni architetto-
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niche da adottare per la Casa dei Matti, che anche in Sicilia trovava
sostenitori e oppositori delle teorie utilitaristiche di Jeremy Bentham,
il cui Panopticon era apparso nel 1791. Si optava per la soluzione pro-
gettuale di edifici a lati paralleli allineati su cortili, elaborata dall’ar-
chitetto del senato Nicolò Raineri, in controtendenza rispetto alle vi-
sioni radiali (o a bracci) che nelle rivisitazioni del modello inglese ga-
rantivano l’esigenza di sorveglianza , come nel caso del carcere del-
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l’Ucciardone di Palermo, progettato all’inizio del XIX secolo dall’archi-
tetto Vincenzo Di Martino sull’esempio benthamiano, completato nel
1834 da Nicolò Puglia in forma stellare, secondo una pianta che diffe-
riva dall’originale, definita come «panottico cellulare» .
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All’origine delle scelte architettoniche della Real Casa dei Matti in-
tervenivano considerazioni generali di teoria manicomiale incardinate
sulle finalità riabilitative e analisi più specifiche sulla ripartizione in-
terna degli ambienti dell’istituto, che, fatto salvo il dato dell’apertura
a matti e matte «di ogni ceto e di ogni età» , a piano terra avrebbe
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dovuto prevedere i locali per la sistemazione degli indigenti, a carico
dello stabilimento, e al primo piano quelli per i ‘pensionisti’ che paga-
vano una retta mensile anticipata di dodici ducati, o maggiore in caso
di «straordinario trattamento» . Gli abbienti, dopo l’accoglienza nella
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19 G. Agnetti, A. Barbato, Il barone Pisani e la Real Casa dei Matti di Palermo, cit., p. 44.
20 M. Galzigna, La malattia morale. Alle origini della psichiatria moderna, Marsilio,
Venezia, 1988, pp. 30-31.
21 R. Duplessis, The influence of moral therapy on the landscape design of lunatic
asylum built in the nineteenth century, «de Arte», n. 47 (Issue 86), 2012, pp. 19-38; S.
Elden, Plague, panocticon, police, «Surveillance and Society», vol. 1/3 (2003), pp. 240-
253. Più ampiamente, circa il dibattito del tardo Illuminismo su potere, controllo e mi-
surazione, A. Markus, Building and power. Freedom and Control in the Origin of Modern
Building Types, Routledge, London, 1993.
22 G. Fatta, M.C. Ruggieri Tricoli, Palermo nell’«Età del ferro», Giada, Palermo, 1983, p. 69.
23 P. Pisani, Istruzioni per la novella Real Casa dei Matti in Palermo, cit., p. 25.
24 Ivi, p. 26.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)