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476 Nicola Cusumano
3. La «masnada di sicarj», i «laureati antropofagi». Pisani e la scienza
medica
Nell’introduzione alle Istruzioni pisaniane del 1827 il luogotenente
generale Ugo delle Favare suggerisce di anteporre al regolamento della
Casa una «breve istoria dell’istituto» sorto sull’iniziativa filantropica
del sovrano. Pisani descrive così le innovazioni introdotte in tempi «da’
nostri non molto lontani», quando insieme con il progredire della filo-
sofia e la restituzione alla religione della «sua purità» si erano gettate
le basi per il miglioramento del «crudo destino dei folli». Pesava sulle
scelte adottate in passato il criterio secondo cui tale malattia era stata
«quasi insanabile riputata», opinione che si scontrava coi più recenti
risultati dell’alienistica, che sulla scorta di un’osservazione che si di-
panava tra la vita concreta dei pazienti e gli aspetti teorici del tratta-
mento morale, descriveva la natura reversibile della follia, che era «al
pari di tante altre malattie curabilissima», quando non derivata «da
mancamento organico».
La prospettiva assunta dall’aristocratico è quella venuta fuori dal
rigetto della categoria di follia totale – la cui matrice è classica, e che
sarà recuperata dagli organicisti – la µανία, che nella tradizione si ri-
solve in una silenziosa irriducibile alterità, inaccessibile poiché nell’ar-
bitrio del δαίµων e delle divinità , a favore del concetto di delirio par-
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ziale, che assicura il recupero alla società dell’integrità morale di un
individuo divenuto soggetto di diritto, su cui l’alienista e il giudice, la
nuova scienza e il pensiero giuridico, operano congiuntamente co-
struendo un dialogo destinato ad avere fortuna . In questo crinale, su
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cui convergono le nuove istanze dell’oggettivismo terapeutico e della
medicina clinica, si assiste a uno smottamento di natura epistemolo-
gica – soprattutto con il contributo di Esquirol – che rendeva possibile
la curabilità della follia, quell’«avvenimento cruciale» – com’è stato os-
servato – «che scandisce la nascita del manicomio e il parallelo costi-
tuirsi della psichiatria come scienza autonoma» .
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In passato, osserva Pisani, alla confusione intorno ai mezzi della cura
aveva fatto seguito l’utilizzo dei revulsivi nel trattamento della malattia
mentale, tra i quali si era affermato quello delle violente percosse, «ese-
crando spediente» finalizzato a eliminare «dal loro cerebro la causa mate-
riale della follia». Questo metodo «infernale di bastonare i pazzi, per
33 M. Galzigna, Foucault e altre e genealogie, «Alfabeta», n. 10, 1980.
34 Id., La malattia morale, cit., p. 33. Cfr. su questo tema M. Gauchet, G. Swain, La
pratique de l’esprit humain, Gallimard, Paris, 1980, pp. 458 ss.
35 M. Galzigna, La malattia morale, cit., p. 130. L’opera di Esquirol, Des maladies
mentales (Bruxelles, 1838), con la sua lunghissima gestazione, è riconosciuta come il
più importante contributo sulle malattie mentali della prima metà del XIX secolo.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)