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488 Nicola Cusumano
orienta sempre più su basi positive. Pisani pare assecondare questo
sentimento, garantendolo in uno spazio destinato al culto, come viene
descritto nel sesto capitolo delle Istruzioni («Del culto divino»). Un cap-
pellano è chiamato a risiedere nella Casa e a celebrare ogni giorno la
messa col supporto di un sagrestano, assicurando inoltre tutti gli altri
«soccorsi religiosi», quali l’assistenza ai moribondi e l’estrema unzione .
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Inoltre, dopo la colazione e la cena è prevista sempre la preghiera nella
chiesa, che la mattina precede la visita medica e il lavoro da svolgere
sino a mezzogiorno e la sera il rientro nelle stanze per il riposo notturno.
Un’evidente discordanza con la posizione di Pinel, che era giunto a
richiamare come necessarie le misure del sequestro dei libri religiosi
all’interno degli istituti di cura e del divieto di partecipazione alle litur-
gie per i malati che a parere dei medici avrebbero rischiato di patirne
negativamente gli influssi, ma anche di Linguiti, che aveva ricono-
sciuto il nesso tra i libri «che trattano in modo non conveniente di
materie religiose» e quel «perturbamento» dello spirito che generava vi-
sioni quali quelle del colloquio con «gli spiriti angelici» . Una discor-
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danza da spiegare col riflesso assertivo che informa la declinazione
pisaniana della Casa dei Matti, che si manifesta nelle cautele adottate
per realizzare specularmente alla partizione della società civile l’orga-
nizzazione spaziale interna alla Casa e per configurare le stesse rela-
zioni tra i degenti, ciò che finisce inevitabilmente per riservare al sen-
timento religioso un ruolo nella struttura asilare.
Pisani è legato ai valori che sono stati travolti dal rovesciamento
violento di fine secolo, funzionario governativo di lunga vaglia, rinnova
la sua completa fedeltà alla casa regnante nelle circostanze insurre-
zionali. Vicino a personaggi come Ferdinando Lucchesi-Palli, il potente
ministro di Ferdinando I, a cui affida in alcuni casi le missive da reca-
pitare a Napoli ad Agostino Gallo, nel lungo servizio come capo-ripar-
timento dell’Interno, a partire dal 1820 è segretario di Niccolò Filangeri
di Cutò che, oltre che luogotenente generale del regno, è già stato pre-
tore di Palermo e a capo della guardia del sovrano. Alcune carte di
archivio fanno riferimento alla immediata esclusione di Pisani da
un’indagine del settembre 1831, che conduce all’arresto del patriota
Salvatore Sarzana, dove il barone – e con lui Michele Amari –
viene definito quale soggetto estraneo alla «comitiva rivoluzionaria» .
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75 Ivi, p. 23 (art. 63).
76 G.M. Linguiti, Ricerche di Giovanni Maria Linguiti sopra le alienazioni della mente
umana, cit., pp. 299-301.
77 Archivio di Stato di Palermo, sez. Gancia, «Ministero e Real Segreteria di Stato
presso il Luogotenente Generale», fil. 154, doc. 1349, febbraio 1832, Sulla energica ed
esemplare condotta tenuta da tutti gl’impiegati di Polizia la sera del 1° settembre 1831,
onde venne arrestato il famigerato Salvatore Sarzana, uno degl’imputati principali del
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)