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292 Salvatore Ciriacono
di poter concorrere in termini del prezzo di acquisto . A seguito della
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stipulazione del trattato di Küçük Kaynarca le relazioni commerciali
sembrarono quindi profilarsi su basi abbastanza solide per Venezia. I
rapporti commerciali fra Venezia e la Russia erano stati posti tuttavia
già molti decenni precedenti. Nel 1711, in esecuzione del decreto del
Senato del 25 giugno Demetrio Bozzi era stato nominato console di
Moscovia , mentre si istituiva a Mosca una legazione con a capo un
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nobile veneziano equiparato ad ambasciatore (grandi accoglienze,
molti decenni dopo, si sarebbero riservate al Granduca di Russia Paul
Petrowitz e Maria Fjodorovna in visita a Venezia nel 1782) .
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Nei decenni successivi una diecina di navi avrebbero fatto la spola
fra il porto di Venezia e quelli di Arcangelo e Pietroburgo. A quest’ul-
timo si guardava con maggiore favore, evidentemente per la minore
distanza che il Baltico rappresentava rispetto al più lontano Mar
Bianco, potendo Venezia esportarvi uva passa, carta di vario genere,
seterie e stoffe, riso, manna calabrese, «veriol» di Cipro (una sorta di
pianta che cresceva nell’isola e veniva usata per la pulizia di bottiglie
e fiaschi), «soma» arabica (una qualità di caffè), marmi, lastre di vetro.
I commercianti implicati, secondo una prassi tradizionale, non man-
cavano di chiedere agevolazioni daziarie per le merci sia in entrata che
in uscita se, si dichiarava, si fosse voluto vincere la concorrenza con
gli altri porti italiani, come Livorno e Genova: soprattutto nella materia
dei pellami (i bulgari) .
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Tali relazioni non potevano che consolidarsi dopo la pace di Küçük
Kaynarca del 1774 e l’impulso che ne derivò dal traffico nel Mar Nero,
il quale divenne il tramite fondamentale e lo sbocco del grano russo
verso i mercati europei, non ultimo verso la Repubblica. Non a caso si
era sviluppato sulle coste della Crimea, a Kherson (porto commerciale
che nel corso del XIX secolo sarà superato da quello di Odessa, dal
quale presero avvio importanti esportazioni di grano verso l’Italia) un
avamposto marittimo che molto poteva promettere per le fortune del
commercio veneziano in quel mare.
49 V Savi, Seconda Serie b.143, Scrittura 1 agosto 1708. 13 ocche di cera (ogni occa
= 1,2829 chilogrammi) costavano nel porto di Arcangelo 2 zecchini e mezzo; 13 ocche di
bulgari 2 zecchini.
50 V Savi, Seconda Serie b. 24, 9 luglio 1711.
51 M. Dal Borgo, The Republic of Venice and Russia: a diplomatic link lasting five
centuries, in I mestieri della moda a Venezia. Arts and crafts of fashion in Venice from the
13. to the 18. centuries, St. Petroburg s.n., 2005, pp.106-109. Sugli aspetti diplomatici
S. Bottari, Alle origini della questione d’Oriente. Il conflitto russo-turco del 1768-1774
e le diplomazie degli Stati italiani, Dante Alighieri, Roma, 2018, pp.35-42.
52 V Savi, Prima Serie b.348, Fasc.n.43 e 119, Copie dei Decreti del Senato 2 novem-
bre 1713, 23 gennaio 1716; b.349. Fasc. n.121, Supplica ai Savi di Zorzi Fachinetto, 19
dicembre 1724.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)